I cartelli della Route 66 nel Missouri

I cartelli della Route 66 nel Missouri

La Route 66 prosegue con la sua terza tappa alla scoperta del Missouri, il secondo stato che attraverserete lungo la Mother Road.

Dopo essere arrivati a St.Louis, lungo le sponde del Mississipi, la vostra meta di giornata sarà quella di raggiungere la prossima grande città del vostro percorso: la Springfield del Missouri.

Tecnicamente questa terza parte del vostro viaggio non è la più complicata di tutte, anzi, paragonato al viaggio-odissea dell’ Illinois, sarà un vero gioco da ragazzi: la strada sarà molto più dritta e rettilinea e grazie ai vari cartelli che vi indicheranno la via da seguire per rimanere sulla Route 66, arrivare a Springfield sarà abbastanza semplice (ricordatevi che nello stato del Missouri la segnaletica della route 66 cambia colore, diventando azzura).

Se partirete di buon mattino, potrete anche permettervi di superare la città di Springfield e puntare più in avanti, verso il confine con il Kansas, per guadagnare miglia e tempo per le cose che vi aspetteranno più avanti sulla Route(e ce ne saranno molte, credetemi).  Inoltre, il tratto che supera Springfield, devia leggermente nello stato del Kansas, per poi entrare dentro lo stato dell’Oklahoma, è a mio parere( ma anche di molti altri) uno dei tratti più belli della Route 66, uno dei più tipici e allo stesso tempo uno nei quali respirerete maggiormente la vera atmosfera della Route 66, della strada, quella più genuina in assoluto.

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Un tipico ponte lungo la route 66

Nota bene: questo sarà uno dei primi tratti in cui le connessioni data e la rete telefonica incomincerà a fare qualche bizza e a scomparire. Tenetelo presente.

La cosa che più mi ha colpito lungo la terza tappa della Route 66  è stato notare come dall’Illinois al Missouri, il paesaggio della Route 66 cambiasse nettamente: strade molto più piccole, meno curve, foreste e boschi a fare da scenario lungo i bordi della strada e suggestivi ponti di ferro da attraversare. Diciamo uno scenario molto alla “Into the wild”.

La sedia a dondolo più grande del mondo

La sedia a dondolo più grande del mondo

Prima di arrivare a Springfield, non è che ci sia molto da vedere, in effetti, tranne due cose vi suggerirei di vedere: la prima si trova poco dopo superata la cittadina di Cuba, il suo nome è Fanning Route 66 Outpost e consiste in uno spiazzo, dove troverete uno dei negozi di souvenir della Route 66 più riforniti che io abbia mai incontrato, ma soprattutto avrete modo di vedere la Sedia a Dondolo più grande del mondo, alta 12 metri, in ferro battuto e larga 6 mt. Una delle prime stranezze e assurdità che incontrerete lungo il vostro tragitto (p.s non potete immaginare quante ne incontrerete). La seconda cosa che merita di essere vista, anzi, in questo caso, provata è la Matt’s Steakhouse, una deliziosa bisteccheria che incontrerete proprio a meta della vostra strada fra St.Louis e Springfield, precisamente nella cittadina di Rolla.

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La Matt’s Steakhouse

Detto ciò, se il tempo sarà dalla vostra e non troverete molto traffico, in 5 ore(escluse le soste) sarete arrivati alla Springfield del Missouri: la città dei Simpson( così dicono, ma sulla cosa non ci metterei la mano sul fuoco) con la sua piazza che ha ispirato quella della famosa serie, è famosa soprattutto per essere il luogo in cui è nata la Route 66, ma al di là di questo non c’è nulla da vedere. Nulla che valga la pena di visitare a parte un’antico orfanotrofio militare chiamato Pythian Castel.  E’ la classica cittadina del Midwest tranquilla e pacifica per eccellenza. Nient’altro.

Magari una cosa veramente figa c’è: farsi una foto sotto il cartello di benvenuto della città di Springfield.

IL  3° GIORNO DEL VIDEODIARIO LUNGO LA ROUTE 66,

UN LAVORO CHE AVEVO REALIZZATO PER INFORMAZIONE.TV: 

La pompa di benzina di Gay Parita

La pompa di benzina di Gay Parita

Ma non preoccupatevi: il bello deve ancora venire. E lo vedrete poco dopo Springfield. A 25 miglia da Springfield, lungo la Historic Route 66 vi imbatterete in una vecchia pompa di benzina della Sinclair, con vecchie auto d’epoca abbandonate, antichi cimeli di tempi passati più gloriosi e un insegna in bella mostra che richiama alla Route 66, spiegando come questa pompa fosse un punto d’obbligo per tutti i viaggiatori lungo la via. Oggi è un museo a cielo aperto ma se sarete fortunati, il bello sarà quando incontrerete Gary Gay Parita, il vecchio proprietario che per una vita ha custodito la stazione di servizio e incontrato migliaia e migliaia di Routers. Oggi è un simpatico anziano dagli occhi azzurissimi  con una gran voglia di parlare, raccontare la sua storia e dare consigli su cosa vedere, dove dormire e dove mangiare lungo la Route 66, mentre il figlio scatta foto a tutti i passanti e raccoglie il tutto su un apposito blog: http://garysgayparita.com/

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Tipico cibo da Route 66

Una fonte preziosissima e una compagnia inequiparabile per chiunque voglia conoscere il vero lato della Route 66, quello fatto dalle persone che vi ci vivono.  Un consiglio: se avete tempo, fermatevi. Se non avete tempo, fermatevi uguale.

Superata Springfield, l’ideale sarebbe passare la notte a Carthage, una minuscola città di 15.000 abitanti ai confini del Missouri con il Kansas, alle 21 già troverete tutto chiuso ma dormire nei suoi motel costa veramente poco e potrebbe rivelarsi un ottimo punto dove trascorrere la notte, per poi svegliarsi il giorno dopo e puntare verso Oklahoma City, la vostra meta per il quarto giorno.

Il Signor Gay Parita

Il Signor Gay Parita

[Nota bene: qui inizierete a incontrare le prime vere cittadine americane, dove la gente mangia alle 18 e dove dopo il calare del sole non troverete niente, assolutamente niente, tutto chiuso, neanche per bere un bicchiere d’acqua a meno che non ripiegare su delle tristi e desolate stazioni di servizio, dove al massimo vi rifileranno da mangiare un Winner Taco]

Inoltre, e spero ciò possa convincervi, a pochi km da Carthage sorge probabilmente una federe riproduzione di una vera Ghost Town, chiamata Red Oak II: un’opera d’arte a forma di cittadina, creata dall’artista Lowel Davis, che riproduce una vera cittadina di Red Oak, un villaggio a ridosso della Route 66 che dopo gli anni 60 era divenuto una ghost town. Questa città è la sua fedele riproduzione, con la chiesa, il ponte, le varie case e che vi permetterà in un battibaleno di compiere un salto indietro nel tempo di 50 anni e rivivere le atmosfere di quel periodo. Il tutto contornato dal bellissimo paesaggio del Missouri, fatto di campagne e campi di grano a perdita occhio.

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Red Oak II

Questa è la route 66, questa è la vostra terza tappa, siete nel mezzo, siete per davvero nella route 66, ma non dimenticatevi una cosa: questo è solo l’inizio.

Il viaggio è ancora lungo….per vostra fortuna!!!