Ogni volta è una partenza, ogni volta è un ritorno, ma nel mentre cosa c’è? Ci sono molti modi di viaggiare e altrettanti modi di vivere le proprie vacanze-avventure-fughe dalla vita quotidiana, eppure esiste una distinzione netta fra chi viaggia come turista e chi sceglie di vivere i propri viaggi da viaggiatore.

Si può essere viaggiatori in mille modi, in mille maniere e ognuno può scegliere la propria filosofia, la propria interpretazione, il proprio modo d’intendere l’esperienza del viaggio, ma esistono alcune regole che ho avuto la fortuna di apprendere durante i miei viaggi in giro per il mondo.

Premettendo che non sono regole fisse, anzi, e che chiunque è libero di poterle leggere e interpretare come gli pare e piace, ecco alcuni “consigli” che mi sentirei di dare, dopo aver viaggiato negli ultimi due anni fra Iraq e Brasile, Cina e Stati Uniti fino a ritrovarmi di fronte la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina.

Ecco quello che ho potuto imparare: 

Le 10 regole del viaggiatore

 

Il viaggiatore....

Il viaggiatore….

REGOLA NUMERO 1°  “Se il bagaglio a mano si chiude gentilmente senza correre il rischio di esplodere,vuol dire che non lo hai riempito abbastanza”.

Vero. Che sia Ryanair, Easyjet o Flying Emirates, quando si viaggia con il solo bagaglio a mano, l’obbligo è uno solo: riempire ogni spazio possibile.

Calzini dentro le scarpe, indumenti capaci di essere compressi fino all’inverosimile, maglioni e camice piegati e sistemati nelle forme più ergonomiche possibili.

Tutto è consentito. Tutto è lecito.

E se il bagaglio a mano non dovesse poi entrare nelle cappelliere, si può sempre rivolgere un sorriso imbarazzato all’hostess, e mettersi la valigia sotto le gambe.

Scomodo, ma a mali estremi…

REGOLA NUMERO  2°:  “Se viaggi, usa il passaporto, anziché la carta d’identità. Non cambia niente, ma fa più figo”.

Alla fine la differenza è ben poca e se viaggi in Europa la carta d’identità basta e avanza.

Ma il passaporto ha un non so che di magico, che va aperto, visionato e dove ogni timbro(sinonimo di un viaggio) ha il valore di una medaglia al merito.

In fondo, il passaporto è per i viaggiatori. La carta d’identità, che tutti possono avere ed ottenere, sa molto più di turista Alpitour.

 

REGOLA NUMERO 3°:  Se sei all’estero e mangi solo McDonald’s e bevi Frappuccini da Starbucks, anziché provare piatti tipici, restatene a casa”.

La più grande delle avventure....

La più grande delle avventure….

Non esiste niente di più tremendo che visitare un paese e vivere come se si fosse rimasti a casa.

Andare in Cina e cercare un ristorante italiano, andare degli States e cercare un caffè della Moca, o peggio ancora andare all’estero e per paura di provare piatti tipici, finire per farsi un’abbuffata solo ed esclusivamente di Fast Food.

Quando si viaggia non può esserci nulla di più tipico che provare i piatti locali, le bevande, le tradizioni culinarie e i rituali a tavola. E’ come immergersi dalla testa ai piedi nella cultura tipica del paese per comprenderne l’essenza.

In fondo si dice: “Si è, quel che si mangia”.

E magari potranno sembrare strane, disgustose, eccessivamente spezziate, insipide, un mix di gusti e di abbinamenti improbabili, eppure nulla può permettere a una persona di conoscere veramente un paese come il sedersi a tavola, ordinare( a volte completamente a caso) e provare.

Potreste anche pentirvene, ma molto spesso scoprirete prelibatezze impensabili.

 

REGOLA NUMERO 4°:  “Se viaggi solo per rilassarti, rinunciando a feste, serate, musei, attrazioni turistiche, etc etc lascia stare: vai alle terme, che è meglio”.

Ci sono vacanze e vacanze.

E non c’è nulla di male nelle terme o nelle Spa, anzi, ma viaggiare veramente significa solo una cosa: spremersi completamente. Dare il 100% per ricevere il 100%.

Alzarsi la mattina presto e andare a dormire tardi per poter vivere al massimo i posti che si visitano, in quanto i veri viaggiatori hanno fame e sete di nuove cose da vedere, nuovi paesaggi, nuovi scorci.

I loro occhi sono sempre desiderosi di nuove scoperte.

Per questo bisogna vivere la propria vacanza non come un’occasione per rilassarsi, bensì come un’occasione per scappare via, per uscire dal proprio mondo e osservare la vita con occhi diversi, per apprendere qualcosa di nuovo, per ampliare i proprio orizzonti, per conoscere sempre di più il mondo.

E chiusi dentro una stanza d’albergo la cosa non sarà mai possibile…

 

REGOLA NUMERO 5°:  “Fai amicizia con gente del posto, prova a vivere come loro, segui i loro consigli. Spesso possono rivelarsi preziosissimi”.

Il turista mangia nei posti turistici, fa la foto dove le fanno tutti, vede le cose che vedono tutti, per intenderci quelle che potete trovare in qualsiasi cartolina.

Il viaggiatore no.

Egli sfrutta ogni mezzo per discostarsi dalla massa, avvalendosi dei consigli delle persone che vivono nei posti in cui va.

D’altronde, chi vive in un posto, per logica di cose, ne conosce tutti i suoi segreti. Di conseguenza, sarà in grado di consigliarvi i posti giusti da visitare, i ristoranti migliori dove provare delle vere specialità, i luoghi dove andare per vedere le cose veramente tipiche di una città o di una regione.

Basta chiedere informazioni a un passante, entrare in un bar e fare amicizia con il barista, nel caso non conosciate nessuno.

Se conoscete qualcuno del posto, meglio ancora. Saprà sicuramente indirizzarvi verso il meglio.

Mentre nell’eventualità non conosciate nessuno e foste troppo timidi per chiedere in giro, anche rivolgersi a qualcuno che già c’è stato, potrebbe essere un’alternativa accettabile.

Ripartire....

Ripartire….

REGOLA NUMERO 6°:  “Se viaggi, un briciolo di inglese serve: giusto per evitare momenti d’imbarazzo provando a spiegare a gesti che non vuoi l’insalata dentro il panino”.

Va beh, un italiano all’estero si sa, sa sempre come arrangiarsi.

Se non conosce una lingua, può sempre usare le mani e gesticolare. In parole povere, improvvisare.

E riesce anche a farsi capire meglio.

Ma per evitare la solita etichetta dell’italiano mangiapizza e ignorantone, soprattutto in un mondo che è sempre più multilingue, l’inglese serve e da comunque sia un certo tono.

Anche per evitare situazioni come quelle di questo video:

REGOLA NUMERO 7°:  “Se tutti vanno nello stesso posto, fatti due domande. Perciò, se vai a Londra, non tirartela”.

Ammettiamolo, chi non è mai stato a Londra?

Se prendessimo 10 persone e chiedessimo a loro se siano state a Londra, 8 su 10 risponderebbero affermativamente.

Mica perché, città incantevole, atmosfera British per eccellenza e ombelico d’Europa, ma chiunque immagini un viaggio all’estero, per la buona maggioranza delle volte sceglie Londra come meta obbligatoria. Sopratutto gli italiani.

A maggior ragione, il viaggiatore sceglie mete alternative, cerca di evitare posti come Londra, Praga o Monaco di Baviera dove sarà sicuro di trovare per un buon 80% solo italiani in giro.

Ma la cosa peggiore di tutte, è il vantarsi di simili esperienze: no, no, no. Non c’è nulla di speciale.

E’ solo turismo. E di bassa lega, tra l’altro.

 

REGOLA NUMERO 8° : “Ogni occasione, ogni amico sparso nel mondo, ogni momento, ogni ricorrenza, ogni scusa possono essere un valido motivo per viaggiare”.

Un vostro amico va in Erasmus alle Canarie? In discoteca conoscete delle ragazze ucraine che vi invitano a visitarle a Kiev? Una conoscente si è trasferita a Rio de Janeiro per lavoro?

Cosa aspettate? Andate a trovarli!!!

A Natale con i tuoi, a Pasqua con chi vuoi? Ma chissene…prendete e partite.

In qualsiasi momento: Ferragosto, Capodanno, 8 Dicembre, Ponte dei morti, festeggiamenti per la fine di una laurea, solstizio d’inverno, anniversario dei nonni, anniversario del gatto, etc etc.

Ogni scusa può essere buona per partire. E non si dica che costa troppo, che bisogna lavorare, e storie simili. La verità è che dei permessi si possono sempre chiedere per tempo e i biglietti possono essere comprati con largo anticipo, trovando offerte in siti come http://www.volagratis.com/vg1/voli.do  oppure http://www.skyscanner.it .

L’IMPORTANTE E’ AVERE PROGRAMMAZIONE. PREVEDERE UN VIAGGIO E MUOVERSI IL PRIMA POSSIBILE SENZA INDUGI.

E se qualcuno vi potrà ospitare, ancora meglio. Risparmierete sull’alloggio.

E se proprio non conoscete nessuno che vi possa ospitare, andate per ostelli. Consiglio questo sito: http://www.hostelworld.com

Sempre usato in ogni mio viaggio in giro per il mondo, prezzi convenienti, mai una fregatura e alloggi mai così tremendi come si potesse immaginare all’inizio, pensando ad un ostello all’estero.

The only thing...

The only thing…

 

REGOLA NUMERO 9° : “Ci sono modi di fare, usanze, tradizioni, leggi non scritte diverse per ogni paese: rispettatele sempre”.

Prendiamo alcuni esempi: il venerdì in Iraq è giorno di festa, in Polonia non usano i tovaglioli a cena, negli Usa la mancia a camerieri e tassisti è obbligatoria, in Iran il velo è obbligatorio, in Cina possono friggere qualsiasi cosa risulti vagamente commestibile, in Spagna prima delle 22 nessuno farà mai cena.

Sono dettagli, sono sfumature, sono particolarità. Eppure sono il succo, l’essenza del viaggio.

Prendere, viaggiare e scontrarsi con abitudini e modi di fare completamente diversi, magari fuori da ogni logica, magari completamente in antitesi con le abitudini comuni, eppure non potrebbe esserci nulla di peggio che rinnegarle.

Innanzitutto fareste la parte dei maleducati e, soprattutto, vi perdereste un’occasione unica e irripetibile per vivere fuori dagli schemi d’ogni benedetto giorno.

 

REGOLA NUMERO 10°:  “Si parte per scoprire, per imparare: credere di sapere tutto già in partenza è da arroganti, se non da dementi”.

In questa breve guida ho dato molti consigli e in alcuni casi sarò sicuramente sembrato arrogante, eppure i miei sono semplicemente suggerimenti, basati sulle mie esperienze e su quello che ho potuto imparare in giro per il mondo.

Il fatto è che credere di sapere tutto prima ancora di partire, solo perché si è visto su internet qualche sito e letto qualche commento:

E’ L’ERRORE PIU’ GRAVE CHE SI POSSA COMMETTERE.

Niente è come sembra e spesso le cose riportate online sono false o distorte perché ogni viaggio è una storia a sé e vive di interpretazioni uniche, impossibili da replicare.

Certo, partire informati aiuta e molto direi, ma viaggiare con la pretesa di conoscere ogni cosa fin da subito….beh……non c’è niente di peggio….