Nato a Sofia 28 anni fa, Boian da sempre ha vissuto nel mondo della musica. Il papa era un cantante lirico baritono alla Scala di Milano, che addirittura si è esibito insieme a Giuseppe di Stefano, uno dei cantanti lirici italiani più famosi di sempre.
La madre violinista, da giovane spesso veniva in Italia, negli anni 70, per suonare con l’Orchestra della Gioventù Musicale Mondiale, fiore all’occhiello della nostra città. Un’orchestra per giovani musicisti di tutto il mondo che aveva sede al Seminario di Fermo. Si potrebbe dire, perciò, che Boian sia cresciuto a pane e musica.
Ma per quale motivo questo ragazzo bulgaro e la sua famiglia sono legati a Fermo?
Tutto merito del Prof. Annio Giostra, storico sindaco di Fermo negli anni Settanta, il quale era anche direttore della Gioventù musicale. Giostra conosce molto bene la madre di Boian e, visto il periodo (stiamo parlando degli anni a ridosso della caduta del Muro di Berlino) e la complicata situazione politica in Bulgari,a decide di aiutare questa famiglia bulgara a trasferirsi a Fermo. Boian aveva solo due anni. Siamo nel 1989.
Arrivati in città, la famiglia Videnoff prende casa nel quartiere di San Francesco e qui il ragazzo trascorre la sua infanzia, muove i primi passi nel mondo della musica e impara a suonare, grazie all’aiuto dei suoi genitori, sia il pianoforte che il violino. Ma Boian sogna altro nella vita. A lui piace la direzione d’orchestra.
“Siamo sempre stati molto legati all’Italia e alla città d Fermo. I miei genitori parlavano italiano e io ho imparato prima questa lingua che il bulgaro. Devo dire che la mia famiglia ha un ottimo rapporto con la città e anche quando siamo andati via, siamo molto spesso tornati a trovare i nonni, che sono rimasti qui.”
Infatti, dopo sei anni, la madre di Boian vince il posto di spalla all’interno dell’Orchestra della Radio Tedesca e quindi tutta la famiglia si trasferisce nuovamente, questa volta a Saarbrücken, nell’ovest della Germania, al confine con la Francia.
Durante gli anni della sua infanzia e adolescenza, Boian è stato seguito da molte persone, ma tre in particolare sono annoverabili fra le più influenti.
“A sei anni è stato Marcello Viotti, un grande direttore d’orchestra, amico di famiglia, a darmi l’ispirazione per questo mestiere, ma una vera fortuna è stato poter studiare con Jorma Panula e Gianluigi Gelmetti, che mi hanno insegnato le loro profonde conoscenze sull’arte della direzione d’orchestra.”
Per chiunque non conoscesse il nome di Panula, vi diciamo solo che è un famoso compositore e direttore d’orchestra finlandese, il quale ha insegnato a molti grandissimi della direzione. Tanto da essere chiamato “Il Maestro dei Maestri”.
Ma la svolta per Boian arriva quando viene accettato all’Accademia Musicale Chigiana di Siena, una delle migliori al mondo, dove si dice che tutti i grandi direttori internazionali vi siano passati. E’ il 2008.
Qui grazie alla guida di un grande maestro come Gianluigi Gelmetti, dopo 5 anni, Boian Videnoff diventa finalmente un direttore d’orchestra.
Ora dobbiamo precisare che il mondo della musica classica e lirica oggigiorno è veramente un ambiente complesso ed è molto difficile imporsi. Per tutti i musicisti è così. Si può essere bravissimi, ma non basta. Figuriamoci poi per una persona con l’ambizione di diventare direttore d’orchestra. Di conseguenza per Boian, nonostante l’Accademia, non sarebbe stato molto facile realizzare il proprio sogno.
Ma per ovviare a questa situazione, già dopo un anno dentro l’Accademia Chigiana, ecco che a Boian viene in mente un’idea che avrebbe potuto risolvere ogni problema: creare egli stesso un’orchestra. Con una differenza: sarebbe stata composta solo ed esclusivamente di giovani musicisti.
“Oggi il mondo della musica è talmente competitivo che di spazio per noi ragazzi ce n’è veramente poco. Pensa: la media è di 300 domande per un singolo posto in una orchestra in Germania. Allo stesso tempo va detto che, oggigiorno, i giovani musicisti escono dalle accademie talmente formati, da essere già dei veri professionisti. Gli manca solo l’esperienza sul palco per farsi un nome. Quindi perché non unire le due cose? E’ per questo che nel 2009 ho deciso di fondare l’Orchestra Filarmonica di Mannheim, con sede nella città tedesca di Mannheim, vicino Francoforte: per dare una possibilità di fare esperienza a tutti quanti i giovani, compreso me.”
Un concerto dell’Orchestra Filarmonica di Mannheim:
Infatti per entrare nell’orchestra fondata da Boian vi sono due requisiti fondamentali: bisogna vivere in Europa e, soprattutto, avere meno di 33 anni.
Non occorre neanche trasferirsi a Mannheim, in quanto l’orchestra si ritrova solo per andare in tournee o per delle occasioni speciali. Ma perché proprio a Mannheim? Non sarebbe stato meglio in una città più famosa?
La decisione di fondare quest’orchestra a Mannheim deriva dal fatto che qui Boian ha studiato pianoforte per tanto tempo ed essendo una città molto ricca, con impegno e dedizione, il nostro direttore è riuscito a trovare numerose persone disposte a finanziare la sua idea. Pensate: per incominciare, Boian riesce a ottenere un milione d’euro come budget. Tutto donato da privati, senza il minimo contributo dell’amministrazione comunale. Immaginate una cosa così in Italia, sarebbe possibile?
“Ormai sono cinque anni che abbiamo iniziato. Siamo 80 ragazzi e teniamo una media di 25 concerti all’anno. Abbiamo suonato in gran parte della Germania, siamo stati chiamati in Russia, Spagna, Cina e stiamo pianificando ora una tournee in America. Siamo stati chiamati anche in alcune delle sale migliori al mondo, come quella di Madrid o di Monaco. Ma devo ammettere che la nostra, e anche mia, più grande soddisfazione, è che molti ragazzi, dopo aver suonato con noi, sono stati chiamati nelle migliori orchestre d’Europa.“
Oggi Boian, grazie all’orchestra di Mannheim, è richiesto anche come direttore ospite in altre orchestre ed è stato chiamato a dirigere l’Orchestra della Radio Tedesca, quella di Lugano e della Radio di Colonia. Dirige soprattutto in Svizzera, Austria e Germania, ma è stato chiamato anche in Italia, all’Orchestra di Bari.
Eppure i Mannheimer Philharmoniker rimangono la cosa a cui Boian è più legato di tutte: è stato un vero e proprio trampolino di lancio.
“Ricordo che all’inizio non era facile: c’era molta diffidenza verso di noi e in pochi ci chiamavano. Poi con il tempo abbiamo vinto anche i più scettici e siamo stati richiamati a suonare in tutti i vari posti dove siamo andati. Perché la prima volta si va ovunque, ma se ti richiamano, allora vuol dire che sei bravo ed è la seconda volta che conta sul serio. Oggi ci misuriamo con mostri sacri come l’Orchestra della Scala di Milano o l’Orchestra Filarmonica di Vienna, ma ovunque ci siamo esibiti, abbiamo fatto bella figura. Credo che il segreto del nostro successo sia il fatto che siamo un’orchestra giovane, con persone piene di passione e voglia di fare. Ogni giorno si migliora sempre di più e i margini di crescita sono ampissimi. “
Boian oggi a 27 anni, la sua vita è la musica, alla quale dedica tutte le ore della sua giornata. Nessuna pausa. Perché lui ama ciò che fa, e quando si ama qualcosa, non esiste la stanchezza. Ma non crediate che essendo il capo e il fondatore di un’orchestra, Boian non si sia mai sporcato le mani, anzi…
“All’inizio bisognava fare tutto. Per promuovere e far crescere il progetto dell’Orchestra Filarmonica di Mannheim mi sono occupato di tantissime cose: dal sito web al lavoro tecnico di scena fino al parlare con i vari sponsor e le amministrazioni. Ho venduto persino i biglietti. Penso che un capo debba sporcarsi le mani, conoscere i processi, ogni cosa, deve vivere ogni aspetto per poter poi essere pronto a ogni evenienza. “
Oggi c’è un ufficio che si occupa di tutta l’organizzazione, ma quando Boian incominciò, l’unica cosa che gli dava forza era la passione e il fatto che questo
progetto sarebbe potuto diventare qualcosa di veramente bello.
Adesso il sogno sarebbe quello di esibirsi in Italia, magari a Fermo, al Teatro dell’Aquila.
“Stiamo lavorando per venire a Fermo, ma al momento non c’è nulla di concreto.”
Un peccato che una persona cresciuta a Fermo e diventata oggi uno degli astri nascenti della direzione d’orchestra a livello mondiale, non sia stata ancora invitata a esibirsi a Fermo. Magari con la stessa orchestra di Mannheim.
Personalmente, una vera occasione persa, ma chissà che in futuro, magari presto, finalmente riusciremo a vederlo e soprattutto sentirlo anche qui da noi.
Ne varrebbe veramente la pena.
Io lo spero proprio…