Ali Köse è uno studente di Interpretariato e Traduzione presso la Yeditepe University di Istanbul, ha venti anni e nei giorni scorsi ha partecipato alle proteste di Piazza Taksim, passando diverse notti all’interno di Gezi Park. 

Non fa parte di alcun movimento politico, ma potrebbe autodefinirsi un idealista. 

Lo abbiamo intervistato per avere un parere schietto e diretto da chi ha vissuto sulla propria pelle le proteste e gli scontri fra polizia e manifestanti: 

 
Come mai hai deciso di andare a Piazza Taksim e quanto tempo sei rimasto lì?
Mi sono recato a Piazza Taksim per manifestare, perché sentivo il bisogno di difendere i miei diritti, come tutte le altre persone che hanno deciso di fare altrettanto. 

Volevo aiutare tutti coloro scesi in piazza per lottare contro l’abbattimento di Gezi Park. 

Sono rimasto per cinque giorni, appena scoppiata la protesta, poi dopo una breve pausa, sono tornato altri quattro giorni. 

 
Qual è la tua opinione a riguardo del Governo turco e delle politiche del Premier Erdoğan? Lo hai votato durante le ultime elezioni?
Non ho votato per lui. Non voterei mai per una persona completamente ossessionata dall’idea di trasformare la Turchia in un nuovo Iran, o forse peggio. 

Non che abbia un’opinione negativa dell’Islamismo, nonostante sia ateo, ma qui stiamo assistendo a una degenerazione della religione in estremismo, per mano del nostro governo. 

Erdoğan è il simbolo dell’intero partito AKP e, dopo le ultime elezioni, ha iniziato a governare questo paese come fosse un sultano, senza curarsi delle opinioni di nessuno al di fuori di se stesso. 

Potresti raccontare alcune tue esperienze personali in Piazza Taksim? Hai partecipato agli scontri con la polizia?
Non ho partecipato agli scontri con la polizia, come tutti gli altri del resto. Gettare indietro alla polizia i gas lacrimogeni lanciati contro di noi, non può essere definito “lottare”. Noi manifestanti ci stavamo semplicemente difendendo. 

Io e i miei amici abbiamo portato con noi dei medicinali. Li abbiamo usati per curarci le ferite e per curare i manifestanti che erano rimasti intossicati dai gas lanciati dalla polizia. 

Come mai la maggioranza della popolazione è ancora in favore di Erdoğan? 

La maggior parte dei turchi sono, sfortunatamente, poveri e questo è il motivo principale per cui la maggioranza della popolazione è ancora in favore di Erdoğan. 

Molte persone, in passato, hanno votato Erdoğan in cambio di alcuni “regali”: per molti anni, ad esempio, in Ankara venivano offerti gratuitamente medicinali,cibo o direttamente denaro alle donne che accettavano di tornare ad indossare il velo. 

La verità è che una grande percentuale della popolazione turca ha un scarsa educazione e un accesso limitato alle librerie e a internet, mentre, al contrario, quei pochi che hanno simili possibilità sono scesi in piazza fin da subito. 

Chi nega che Erdoğan sia un despota, sta semplicemente mentendo.

 

Cosa pensi dei giovani scesi in Piazza Taksim? Quale è il loro obiettivo?
Ti posso citare, come esempio a riguardo, le petizioni firmate in Piazza Taksim da migliaia di ragazzi/e contro il governo di Erdoğan. 

Molti lasciavano addirittura il numero di cellulare e a fianco scrivevano motivazioni come: “Voglio che mio figlio cresca in un paese libero, rispettoso dell’ambiente, dove possa sentirsi parte del futuro della Turchia.” 

Oppure: “Firmo questa petizione perché voglio mettere fine alle intromissioni del governo nella mia vita privata, non posso tollerare gli sforzi fatti dal governo per mettere le persone le une contro le altre.” 

E queste frasi sono solo un esempio. 

Conoscevi Gezi Park prima dei fatti di Taksim?
Si. Mia madre lavorava nel quartiere di Piazza Taksim e da piccolo ci andavo molte volte a giocare. 

Quando pensi che finiranno questi scontri? Pensi che il presidente Erdoğan accetterà un compromesso con i manifestanti? 

La fine delle proteste è ormai prossima. Purtroppo siamo persone normali e non potremo resistere a lungo alle cariche della polizia. 

Non penso che Erdoğan accetterà compromessi, in quanto la sua personale visione della Turchia non può essere intaccata da alcun manifestante.
Inoltre l’appalto per la realizzazione del Topçu Kışlası( il centro commerciale che dovrebbe essere costruito al posto del Gezi Park) è già stato affidato al suo genero. Difficile che possa fare retromarcia.

Che tipo di futuro immagini per la Turchia?
Vorrei poterti rispondere con frasi tipo: “Il futuro della Turchia è splendente!!”. 

Ma la realtà è ben diversa: abbiamo grandi problemi con i nostri vicini, come la Siria e l’Iraq, siamo in una specie di guerra fredda con paesi come l’Iran e l’Armenia, mentre per l’Europa non siamo molto differenti dall’Arabia Saudita. Per non parlare dei rapporti con la Russia e Israele. 

Il nostro governo, inoltre, ha venduto molte delle nostre attività a compagnie straniere, incluse la maggior parte delle nostre banche, che ora fanno parte di grandi istituti bancari internazionali. 

Molti dei nostri debiti sono coperti grazie all’aiuto del Fondo Monetario Internazionale, ma in cambio di ciò abbiamo dovuto vendere ogni singola goccia delle nostre risorse energetiche. 

Non c’è un vero futuro per la Turchia e non mi stupirei se, nei prossimi trent’anni, finissimo anche noi in bancarotta. 



Ultima domanda: Pensi che queste proteste siano un simbolo di uno scontro generazionale fra il vecchio e il nuovo? 

Credo che l’immagine dell’anziana signora,
diffusasi ieri in internet, che impugnava una fionda contro la polizia sia la risposta perfetta a questa domanda. 

Non è uno scontro fra generazioni, ma uno scontro fra un dittatore e delle persone che preferiscono tenere alta la loro testa e che non accettano di vivere una vita fatta di divieti e senza alcun diritto di parola. 

By: Iacopo DUEMONDI Luzi