Il brand Truffle Lady

Il brand Truffle Lady

Immaginate: siete un noto ristorante di New York, che ne so, prendiamo il Four Season, e arriva un personaggio famoso come Warren Buffet (guru dell’economia americana). Vi chiede del tartufo. Voi non lo avete, eppure per non dire di no a un cliente così grosso, prendete comunque sia la comanda. Come fate?

In certi momenti o ci si affida ai miracoli oppure si chiama la Trufflelady di New York, Francesca Sparvoli, che in meno di venti minuti riesce a farvi avere un bel tartufo, consegnato addirittura a mano, pronto da servire al volo per soddisfare i capricci di un multimilionario qualsiasi.
Ma chi è Francesca Sparvoli? 38 anni, originaria di Fermo, nella regione delle Marche, da quasi due anni vive a New York, dove ha aperto una società d’import ed export che commercia tartufi (la punta di diamante dell’azienda) e altri prodotti come olio e conservati.
Dopo una vita passata lavorando come giornalista sportiva prima per la televisione dell’ippodromo di Montegiorgio, dove seguiva le varie corse e i diversi eventi della stagione, poi per Snai, dove si occupava anche altri sport come la pallavolo e il basket, il destino le offre una possibilità

La truffle lady in compagnia di Shaun Hergatt, del ristorante Juni, vicino l'Empire State Building

La truffle lady in compagnia di Shaun Hergatt, del ristorante Juni, vicino l’Empire State Building

inaspettata: trasferirsi per qualche mese a New York. Insieme al suo fidanzato Marco, i due partono alla volta degli Stati Uniti per studiare il mercato americano e valutare le possibilità di importare dei prodotti negli USA per conto di un’azienda alimentare italiana di proprietà di un amico.

L’occasione è buona, la piazza è interessante, ma non ci sono i mezzi per poter fare un tentativo. Di conseguenza, a Francesca e Marco viene in mente l’idea: “Perché non tentare per conto nostro con un’azienda importatrice di tartufi e chiamarla Done4ny?”.

E’ l’agosto 2012 quando i due arrivano a New York:Appena arrivati, ci siamo trovati di fronte un mercato molto più complesso e competitivo di quello che avevamo previsto” dice Francesca. “Avevamo i nostri contatti, avevamo fatto le nostre ricerche, io avevo già un po’ d’esperienza nel mondo dei tartufi, ma nessuno poteva prevedere che in America le cose sarebbero state così diverse rispetto all’Italia.
Dovete sapere che gli americani vanno matti per il tartufo, soprattutto nei più famosi e costosi ristoranti della Grande Mela, dove un prodotto come il pregiato fungo non può mai mancare. Eppure di concorrenza ce n’è, pure troppa forse, quindi come poter entrare in un mercato così saturo da perfetti sconosciuti?
“Dovevamo inventarci qualcosa, oppure non saremo durati neanche due mesi”.

La truffle lady in compagnia del team di cuochi del ristorante Jean-Georges di Manhattan

La truffle lady in compagnia del team di cuochi del ristorante Jean-Georges di Manhattan

Innanzitutto: 1) Puntare su un prodotto di qualità super, totalmente proveniente dall’Italia (il 90% direttamente dalle Marche, regione che possiede tutte le tipologie di tartufo); 2) Proporre un prezzo competitivo (che ci crediate o no, qui in America vogliono il top pagando il meno possibile, ma vi pare?); 3) (soprattutto) fornire un servizio continuo, sette giorni su sette, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
“Devo confessarti che da quando siamo arrivati, non ci siamo ancora mai presi un giorno di vacanza, forse uno al mare…”
Ma la vera svolta doveva ancora arrivare: diciamo che l’idea buona nasce, ispirandosi a una

Il prodotto arriva sano e salvo alla consegna!

Il prodotto arriva sano e salvo alla consegna!

leggenda newyorkese degli anni 60 che narrava di una ricca signora che faceva la spola dall’Europa a New York per comprare tartufi che poi, a bordo della sua limousine, andava a rivendere ai migliori ristoranti di Manhattan. L’idea è di creare un brand dal nome “Trufflelady” (la signora dei tartufi) e sfruttare il fatto che sia Francesca a consegnare direttamente i tartufi ai suoi clienti, per farlo diventare un tratto distintivo e unico del loro prodotto.
La trovata funziona, il marchio diventa famoso e nel momento che scriviamo questo pezzo la Trufflelady fermana serve più di 150 ristoranti in tutto lo stato di New York. Nonostante ciò, il commercio dei tartufi in America è un argomento molto delicato, sul quale non bisogna scherzare più di tanto.

 UN SERVIZIO GIRATO

DAL CANALE AMERICANO ‘BLOOMBERG TV’ CHE PARLA DELLA TRUFFLELADY DI NYC:

Ogni volta che arriva un pacco dall’Italia, è sempre un’agonia, perché non si sa cosa possa succedere durante il trasporto ma, soprattutto, non si sa come le meticolose e spesso esagerate dogane a stelle e strisce possano maltrattare la merce per essere certi che non entri nulla di strano sul suolo statunitense. Fortunatamente, Francesca ha un uomo di fiducia nelle Marche del quale si può fidare ciecamente e che è responsabile della selezione e della spedizione dei tartufi: suo padre.

Francesca Sparvoli, la Trufflelady di Fermo

Francesca Sparvoli, la Trufflelady di Fermo

Ovviamente i problemi non mancano mai: “Una volta, addirittura, siamo stati costretti a spedire un pacco tramite una compagnia d’autobus, perché non avevamo nessuno che potesse farlo arrivare all’aeroporto di Fiumicino. Oppure mi ricordo quando una volta, il 31 Dicembre dell’anno scorso alle 19:30 ci chiamò un ristorante per avere del tartufo, proprio mentre stavamo per andare a un concerto. In fretta e furia glielo consegniamo per poi scoprire che nel frattempo già un’altra azienda aveva fatto la consegna. Pensa te!
Al di là delle difficoltà e dei malumori dei vari chef, il lavoro va bene e alla Trufflelady fermana e

La mostra del prodotto sotto gli occhi attenti dello chef: la prova del fuoco!!!

La mostra del prodotto sotto gli occhi attenti dello chef: la prova del fuoco!!!

al suo compagno Marco questa nuova avventura, cominciata un po’ per caso, piace, mentre per il futuro i progetti sono quelli di consolidare la loro posizione e ampliarsi verso nuove città americane, sempre importando prodotti di qualità dalle Marche.
Addirittura, l’azienda di Francesca ha anche iniziato a offrire dei viaggi nelle Marche a molti chef newyorkesi, affinché possano per una settimana conoscere meglio il mondo dei tartufi, scoprire nuove realtà alimentari marchigiane, permettere a loro di comprendere quanto sia complesso questo settore e conoscere il territorio dove nascono i tartufi.
Che dire? L’ennesima storia di italiani, in questo caso fermani, all’estero che ci dimostra come in Italia la qualità non manchi mai e che ovunque vadano gli italiani nel mondo siano sempre motivo di orgoglio e prestigio per tutti noi.