Ferrara. Festival. Internazionale.

Signori e signore, benvenuti a un week end con giornalisti provenienti da tutto il mondo per

parlare di economia, politica italiana, giornalismo, politica internazionale, diritti sociali e

umani.

Accreditati

Accreditati

La giornata parte subito alla grande, dopo un rapido passaggio al Press Office per ricevere l’accredito stampa di Internazionale (potete immaginare l’emozione), mi reco immediatamente al Multisala Apollo per assistere all’inaugurazione del Festival.

Presenta Giovanni de Mauro, direttore di Internazionale che, dopo un toccante minuto di silenzio per la tragedia di Lampedusa del giorno precedente, ringrazia il pubblico e consegna, come tutti gli anni, il premio Anna Politkovskaja, quest’anno alla giornalista congolese Chouchou Namegabe per le sue denunce contro gli stupri nel suo paese.

Premio meritatissimo e una sua dichiarazione che mi colpisce profondamente: “Nel mio paese, non è facile essere giornalisti, vista la corruzione e l’alto tasso di criminalità. Da noi si dice che sia molto meglio un corrotto giornalista vivo, che un’onesto giornalista morto.”
Dopo la presentazione, sempre all’Apollo, arriva Enrico Mentana, direttore del TG di La7 che, da moderatore, introduce in vari ospiti della mattinata: Michael Braun, tedesco, del “Die Tageszeitung”, Dimitri Deliolanes della tv greca Ert e Stephan Faris del Time.
Il tema: l’Italia, la tanto famosa bella addormentata, vista dagli occhi degli altri.
L’Italia è, infatti, a giudizio di molti esperti, un’anomalia, in quanto estremamente ricca di risorse(culturali, turistiche,ambientali) eppure così malamente gestita, bistrattata da una classe dirigente non all’altezza e incapace di valorizzarla adeguatamente.
In fondo, la fatidica stanza dei bottoni italiana, il Governo, è gestita da sessantenni, settantenni e ottantenni, incapaci di essere al passo con i tempi e incapaci di dare risposte valide al mondo che cambia. Anzi, alla società che cambia.

La bella addormentata

La bella addormentata

Sia Mentana, che Braun e Faris, confermano la situazione italiana, dove cambiare è quasi impossibile in quanto, persino i più onesti e geniali, si trovano di fronte a ostacoli insormontabili(di natura economica e politica), frutto delle errate gestioni del passato.
Senza contare il problema della disoccupazione giovanile in Italia, pari al 40%, che risulta essere un problema complesso e di difficile natura che potrebbe essere risolto solo, a detta degli opinionisti, con un brusco ricambio delle vecchie generazioni.
Purtroppo i giovani, afferma Mentana, hanno perso quell’antagonismo naturale, quella voglia di ribellione che, di fronte simili situazioni, avrebbe in passato portato a una rivoluzione, una protesta come minimo.

Mentre oggi le cose sono diverse e i giovani preferiscono starsene in silenzio e subire, senza fare niente.
Rimanendo, inerti, fuori dal mondo del lavoro.
La giornata prosegue fra incontri sul Venezuela e la crisi d’identità di un paese, dopo la morte del proprio presidente Hugo Chavez, passando poi a un incontro sul New Journalism digitale, insieme a guru del settore come Anthony de Rosa e Farhad Manjoo.

Il new Journalism

Il new Journalism

Il primo è stato responsabile digitale dell’Agenzia Reuters ed è fondatore di un giornale, unicamente per Smarthphone, di nome Circa, mentre il secondo lavora al Wall Street Journal.
Sono dei ragazzi, eppure risultano essere grandi esperti dell’argomento. Non come in Italia, dove solo i 50 anni, iniziano a prenderti sul serio.
Si parla di New Journalism e dei social network, nuovi mezzi di comunicazione e fonti d’informazione sempre nuove, in contrapposizione a un giornalismo tradizionale che stenta in tutto il mondo.
Sebbene il Digital Journalism sia la nuova frontiera del giornalismo, i problemi non mancano neanche qui, anzi, ed è molto facile perdersi nel flusso illimitato d’informazioni, con un rischio molto grande di commettere strafalcioni, di pubblicare notizie non attendibili o, addirittura, non vere.
Il New Journalism ha permesso di mettere in contatto i giornalisti con lettori e tramite i commenti, creare solide relazioni, eppure la qualità sembra essere venuta meno in molti casi, in favore della quantità, come conseguenza all’insaziabile fame d’informazione generata dai social media.
La risposta che ne deriva da tutto ciò, secondo De Rosa e Manjoo, è una sola: prendere le informazioni con le pinze in ogni caso e non dare mai niente per certo, nemmeno dalle fonti più autorevoli.
La giornata si conclude fra brevi lezioni di statistica applicate ai risultati sportivi ed elettorali grazie al genio della matematica Nate Silver e un divertente, ma allo stesso tempo avvincente, processo pubblico contro l’uomo e i suoi vizi.
Accusatrici: le donne, tramite la voce di Andrea Vogt.

Il processo

Il processo

Difensore degli uomini: il famoso giornalista David Randall.
Gli argomenti delle donne sono convincenti e invocano a una rivoluzione dei comportamento maschile, per debellare le vecchie e cattive abitudini del passato. oltre che la mancanza di rispetto verso il gentil sesso, ci si aspetterebbe una replica di Randall secca e perentoria, ma alla fine, consapevole egli stesso delle colpe maschili, non resta altro da fare che chiedere scusa.
La sentenza popolare non lascia scampo: gli uomini sono colpevoli.
Pena: obbligo di impegnarsi maggiormente in futuro nel rispettare le donne.
Nonostante il freddo, il festival stupisce come sempre, edizione dopo edizione, e domani, Sabato 5 Ottobre, sperando che la pioggia abbia di meglio da fare che passare dalle parti di Ferrara, assisteremo a nuovi incontri e dibattiti di pari interesse e spessore a quelli di oggi.
Statene certi: ne vedremo delle belle.