Lillian Thuram

Lillian Thuram

Secondo giorno di Festival a Ferrara.
Pioggia a catinelle, freddo, eventi all’aperto dirottati verso lidi più asciutti e una folla di persone a ogni conferenza, dibattito, incontro.. Alla faccia del maltempo.
Il tempo di un caffè e una brioche e si comincia con una bella rassegna stampa internazionale per digerire il tutto in diretta dal programma di Radio24 “L’altra Europa”, fra Le monde, El pais e Der Standard si parla di Europa, dei morti di Lampedusa e di razzismo, con opinioni di giornalisti come Silvije Tomasevic del Corriere sul tema dell’entrata della Croazia nell’Unione Europea e quelle di Lilian Thuram, ex calciatore francese della Juventus, che racconta la sua esperienza e il suo vivere da uomo di colore.
Racconta del razzismo negli stadi come l’immagine della società moderna e di come spesso il razzismo sia a livello subconscio, non dichiarato ma manifestato inconsciamente dalle persone.
La verità, afferma Thuram, è che egli non si è mai sentito un nero, bensì un essere umano e che il colore della pelle non conta veramente niente.
Finita la trasmissione, volo a sentire un altro programma radiofonico: Radio3Mondo di Anna Maria Giordano.
Insieme a lei, sono presenti la conduttrice televisiva Serena Dandini e la giornalista congolese Chouchou Namegabe.
Si parla di Femminicidio e sentendo parlare i vari ospiti, mi sorge spontaneo domandare alla Dandini: “Si, ma un uomo comune cosa può fare?

La Dandini e la Namegabe

La Dandini e la Namegabe

La domanda fa molto piacere alla Dandini che risponde dicendo:“Il Femminicidio è un problema collettivo e bisognerebbe iniziare fin da piccoli a trattare questa tematica per prevenire ed educare i bambini.

Il fatto è che, spesso, gli uomini vivono legati a degli stereotipi di macismo e virilità che impediscono di accettare l’emancipazione di certe donne e, di conseguenza, possono riemergere antichi valori, tramandati da nonni e padri, che risultano essere rigidi e antiquati.
La soluzione è: superare gli stereotipi e dire no a quell’eredità culturale maschile proveniente dal passato.”
Dopo una mattinata a base di radio e freddo(purtroppo gli eventi erano tutti all’aperto) ci si sposta verso il Multisala Apollo per affrontare un tema molto caro al sottoscritto: stampa e finanza in tempo di crisi.
In compagnia di Paolo Mondano, del programma “Report” su Rai 3, Micah White(uno dei fondatori del movimento di protesta “OccupyWallStreet”) e Andrea Baranes della Fondazione culturale Banca Etica, si parla di crisi economica mondiale e della disinformazione a riguardo.

La crisi economica odierna

La crisi economica odierna

L’economia, nel 2013, sembra un groviglio inestricabile di numeri e definizioni che sembrano non avere né capo né coda, mentre la stampa specializzata si dimostra incapace di spiegarla adeguatamente.
Ciò comporta un’ignoranza della materia che porta ad avere dei lettori incapaci di comprendere le dinamiche economiche moderne, senza mai approfondire.
Basti pensare al classico esempio dei quattro amici al bar che, la mattina, prendendo il caffè discutono dello spread, senza sapere minimamente cosa sia.
Colpisce una dichiarazione di Baranes a riguardo della crisi e delle politiche di austerità portate avanti dai vari governi: “Non c’è nulla di virtuoso nel ridurre le spesse e tagliare i servizi, purtroppo i governi non hanno compreso la necessità fondamentale di investire per poter far ripartire l’economia.”
Le conclusioni: molte soluzioni, spesso ignorate, potrebbero essere usate, anziché ricorrere sempre e solo ai tagli come unica possibilità.

Una su tutte: l’incremento della lotta all’evasione fiscale.
Dopo l’economia, il programma del pomeriggio passa alla politica italiana, con un intervista al presidente del Senato Pietro Grasso, il quale sarà incalzato e messo alla berlina da tre giornalisti internazionali, Michael Braun del Die Tageszeitung, Rachel Donadio del New York Times e Ferdinando Gugliano del Financial Times, sui problemi dell’Italia.
Sinceramente ci si sarebbe aspettato molto di più dalle parole del presidente e si pensava che le domande dei vari giornalisti avrebbero messo maggiormente in difficoltà il dott.re Grasso, ex magistrato ai tempi di Tangentopoli, mentre, invece, il tutto è risultato essere molto più “all’acqua di rose” del previsto.

Grasso vs Stampa Internazionale

Grasso vs Stampa Internazionale

Detto ciò, il senatore Grasso parla di riforma giudiziaria e della lentezza dei processi in Italia, accenna a possibili riduzioni di stipendio dei parlamentari e della possibilità di rimuovere paletti burocratici che permetterebbero alla legislatura di essere più rapida e agile, eppure non sembra spiegare in che modo.

Facile parlare così….

I punti salienti e, probabilmente, più interessanti del dibattito sono: la possibilità di far cadere la prescrizione all’inizio stesso dei processi e l’incremento dell’efficienza negli atti di notifica di un reato come possibili soluzioni per rendere l’operato dei tribunali e delle magistrature più efficienti.
Mentre, colpisce la dichiarazione del presidente Grasso riguardo l’ipotesi di una riduzione degli stipendi in parlamento: “I tacchini non votano per il Natale, ovvio che i politici facciano lo stesso con i tagli ai loro quattrini. Ci vorrebbe che qualcuno prendesse l’ iniziativa e desse il buon esempio.”
Pietro Grasso dice di essersi ridotto lo stipendio della meta, che possa essere lui l’esempio?
La giornata da inviato per Internazionale si conclude con un incontro serale insieme al presidente italiano di Medici senza frontiere e al giornalista Gad Lerner, parlando delle difficoltà incontrate negli anni da questa Ong e di come MSF si sia sviluppata nel tempo.
E’ difficile prestare soccorso e assistenza medica in posti disastrati come la Siria e l’Eritrea, dove spesso gli operatori umanitari di Medici senza frontiere mettono a repentaglio la loro vita per salvare le persone bisognose.

Il tutto senza avere alcuna protezioni o garanzia.

Medici senza frontiere e Gad Lerner

Medici senza frontiere e Gad Lerner

Lorenzo de Filippis, presidente italiano di MSF, dichiara con rassegnazione come, alcune settimane fa, Medici senza frontiere abbia deciso di ritirare dalla Somalia i propri volontari, in quanto la loro sicurezza personale non poteva essere più garantita.
Una scelta in netta contrapposizione con gli ideali dell’ Ong, ma la realtà odierna della Somalia è attualmente troppo pericolosa per poter evitare una simile decisione.
Eppure Medici senza frontiere non demorde, in quanto ha sempre dimostrato di esserci fino alla fine e spesso facendosi paladina dei più deboli, denunciando gli abusi e i soprusi.

E’ una connotazione naturale della Ong.
Impossibile da cambiare e che rimarrà sempre tale, nonostante tutto.
Di conseguenza: come non chiudere la giornata con un sorriso, sapendo che nel mondo esistono simili coraggiose persone?

A domani. Perchè il weekend con Internazionale non finisce qui.