Benvenuti a Miami!!!

Benvenuti a Miami!!!

Giuro, stavolta era tutto programmato da tempo. Ma da domani smetto con i viaggi.

Forse…

Sebbene lo Spring Break sia finito da una settimana , circa un mese e mezzo fa, io e tre miei compagni dell’università abbiamo trovato una buona offerta per trascorrere un week-end in Florida, precisamente a Miami. Come rifiutare?

Da quanto ho capito, esiste anche in America una compagnia simile alla Ryanair, chiamata Spirit Airlines, che offre voli low cost in tutti gli Stati Uniti a prezzi veramente irrisori. In pratica una cuccagna per un Frequent Flyer come me, sempre alla ricerca di sconti e offerte per poter volare a destra e manca.

Di conseguenza, presi i primi quattro vestiti dell’armadio, riempito a casaccio lo zaino con l’unica priorità di trovare spazio per il costume, superate le minacce dei miei amici in Italia che mi augurano peste e corsa, eccomi di nuovo su di un aereo, nemmeno dopo una settimana dal mio ritorno da St. Martin.

Sono a Miami, capitale delle navi da crociera (tra l’altro il porto è pieno di navi battenti bandiera italiana), la città è famosa per essere soprattutto la meta ideale di tutti i pensionati d’America, che scelgono di trasferirsi da queste parti, per trascorrere al caldo quello che qui chiamano il “Retirement”, gli ultimi anni della loro vita.

Come dargli torto? La temperatura media annuale di Miami si aggira intorno ai 25° e, a parte qualche tempesta tropicale ogni tanto, il sole è una costante in questa regione, insieme alle arance e agli ettari di palme che caratterizzano ogni panorama da cartolina.

South Beach, Miami

South Beach, Miami

Eppure, fra tutte queste palme, gli alligatori, le torrette di salvataggio in stile Baywatch feat Mitch Buchannon e un’umidità afosa che non lascia respirare, ciò che colpisce veramente è la differenza che si scopre esistere fra Miami e il quartiere di Miami beach. Un vero e proprio paradosso che contrappone allo stesso posto anziani desiderosi di pace e armonia a giovanissimi assetati di feste e baldoria.

L’isola di Miami Beach, collegata da innumerevoli ponti con la città, ha fra le sue spiagge alcune tra le più belle al mondo, come quella di South Beach, ma è soprattutto, al pari di Ibiza e New York, una delle capitali mondiali della musica elettronica.

Best regards from South Beach, Miami: 

 

Destinazione ogni anno, soprattutto nel periodo di Marzo, di centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze, che popolano la città e riempiono le discoteche e i locali lungo tutta Collins Avenue, l’arteria principale di Miami Beach.

Ocean Drive

Ocean Drive

Potete immaginare il mio arrivo nella notte di giovedì: dopo aver appurato quanto i mezzi pubblici al Sud non siano proprio come quelli di New York, tanto da metterci quasi tre ore per arrivare dall’aeroporto all’ostello, scopro come i prezzi siano alle stelle ovunque perché contemporaneamente si sta tenendo a Miami uno dei più grandi festival mondiali di musica elettronica, chiamato Ultra Festival, con deejay del calibro di Avicii e David Guetta e si stia giocando il Sony Open Tennis, una delle tappe dell’ATP World Tour, con tennisti come Nadal e Djokovic a contendersi la finale.

Insomma: non proprio il momento ideale.

Che poi, basta girare per le vie principali di Miami Beach, soprattutto la famosa Ocean Drive (location di tantissimi film famosi tra cui Scarface), per rendersi conto di chi viva da queste parti e di come sia il loro stile di vita. Avete presente Jersey Shore? Il famoso reality trasmesso da Mtv, in cui si assistevano alle bravate e alla vita modaiola di palestrati e fashion girls americani? Beh, girare per le strade di Miami, è la stessa cosa: tizie in giro con bikini e tacchi anche alle due di notte, tamarroni con occhiali da sole e tatuaggi in bella vista alla “I love mama”, cocktail da due litri minimo e supercar con le sospensioni idrauliche, che al ritmo della musica fanno impennare l’auto, manco fosse un video di Snoop Dog o Jay-Z.

Insomma, in mezzo a questo zoo, fatto di musica ad alto volume a qualsiasi ora della giornata e bellezze caraibiche in topless( cosa per niente sgradevole), è molto difficile non farsi prendere dalla foga della situazione e lasciarsi trascinare in qualche locale a ballare fino alle prime luci dell’alba, se non addirittura fino al pomeriggio del giorno dopo. Ma non è tutto oro ciò che luccica, i prezzi sono alle stelle, tanto da sfiorare anche i duecento dollari per una serata o addirittura 400 dollari per entrare all’Ultra Festival(il festival di musica elettronica, per chi se lo fosse dimenticato) e basta veramente poco per ritrovarsi senza più un soldo nel portafoglio, a furia di ordinare drink e pagare ingressi.

Un altro scorcio di South Beach

Un altro scorcio di South Beach

Giusto per rendervi l’idea in maniera chiara: nell’ostello dove dormivo ho avuto l’occasione di conoscere un tipo strano di nomeZack, che dormiva sui divani dell’ostello e non aveva neanche un centesimo per pagarsi una stanza. Un vagabondo, insomma, a prima vista, e invece scoperto essere un famoso fotografo di New York, sceso a Miami per un servizio, capace di sperperare in una settimana circa 100.000 dollari fra feste, droghe ed escort, senza lasciarsi nemmeno quattro spicci da parte per potersene tornare a casa. Ripeto: 100.000 $.

Una cifra pazzesca, inconcepibile, tanto da dover chiedere conferma a mezzo ostello per poterci credere veramente.

Una tipa italiana mi fa: “Qui a Miami certe cose sono normali, ora sembra un barbone, ma certa gente vive alla giornata senza pensare al domani. I soldi? Finche ci sono, bene. Poi torneranno…”

Poi torneranno. Poi torneranno. Poi torneranno. Si, ma quando?

Una classica torretta in stile Baywatch

Una classica torretta in stile Baywatch

La verità sta nel mezzo: Miami è una città contraddittoria, spiagge meravigliose e gradi feste notturne, bella vita e prezzi esorbitanti, non che ci sia molto altro, anzi, appena usciti fuori dai quartieri per bene e alla moda, è possibile appurare come la città sia più che altro una bellezza decadente, patria di ispano-americani (circa il 70% della popolazione, tanto che si parla più spagnolo che inglese dappertutto), con alti tassi di criminalità(un consiglio: non andate a Little Haiti, se ci tenete alla vostra vacanza) e un’influenza dei Caraibi percepibile ovunque.

Eppure, nonostante la deriva delle cose e la perdizione di molti suoi abitanti, a Miami tutto sembra scorrere lentamente, come vivesse di un fuso temporare tutto suo, fatto di tranquillità e calma, dove lo stress non sanno nemmeno dove abiti di casa.

A tal punto da poter essere pura normalità che il conducente del vostro autobus si fermi in mezzo la strada di punto in bianco, dica a tutti che deve andare un attimo in bagno e lasci il mezzo in mano ai passeggeri, assentandosi per qualche minuto.

Così su due piedi. Nessuna preoccupazione.

 

Tanto che fretta c’è?