Benvenuti a Consonno

Benvenuti a Consonno!

La storia 

Tutti noi sappiamo cosa sia e dove si trovi Las Vegas (soprattutto chi ha seguito il blog di recente);  ma quanti di voi sapevano che anche l’Italia, più di trent’anni fa, aveva una sua Las Vegas?

Si tratta di un sogno, di una visione, in pieno boom economico degli anni ’70, che aveva portato alla creazione  di quella che tutti noi oggi potremmo definire come la vera Las Vegas della Brianza, in Lombardia.

Situata in provincia di Lecco, a meno di un’ora dalla metropoli di Milano, ladies & gentlemen, ecco a voi Consonno, il paese dei balocchi. Immaginate luci, colori, sfingi, giardini giapponesi, un albergo di lusso dal nome “Hotel Plaza”, un bazar arabeggiante e sulla cima della città un minareto a svettare imperioso. Questa è solo un’idea di quello che poteva essere Consonno a partire dal 1962,

I vari terrazzi del Minareto

I vari terrazzi del Minareto

quando l’eccentrico conte Mario Bagno, acquistò l’intero terreno sul quale sorgeva l’antico borgo per 22.500 lire e decise di dare vita al proprio sogno: creare una città che sarebbe diventata sinonimo di divertimento e che sarebbe stata meta turistica di riferimento per tutto il nord Italia e la Svizzera. Ma questo era solo l’inizio. Nei sogni del conte Bagno, la città di Consonno sarebbe potuta realmente diventare la Las Vegas d’Italia.

Per dieci anni Consonno è stata una vera “città dei divertimenti” dove si esibivano ogni giorno i cantanti più famosi, si faceva baldoria e molte coppie di sposini  sceglievano come meta delle proprie nozze, fino al suo declino, dopo l’entusiasmo dei primi tempi. La novità era venuta meno, l’euforia svanita.

La devastazione di Consonno

La devastazione di Consonno

A causa di alcune frane che avevano bloccato l’accesso da Olginate (causate dai lavori vulcanici del conte che aveva stravolto la conformazione della montagna per costruire la città) complice anche lo scemare dell’interesse pubblico e mediatico, già nel 1980, la cittadina di Consonno era diventata una mezza ghost town. Nonostante i tentativi di Mario Bagno di far risorgere la “Las Vegas della Brianza”, tentando di aprire una casa di riposo dove un tempo sorgeva l’Hotel Plaza, oggi non rimane nulla di Consonno.

L'hotel Plaza

L’Hotel Plaza

Ovunque è abbandono e degrado. Una vera città fantasma che richiama in ogni suo angolo la bellezza dei tempi passati, di quella esuberanza ed euforia che avevano caratterizzato gli anni ’60 e ’70.

Del presente di Consonno si è molto parlato, con il tentativo dei discendenti del conte Bagno di vendere i terreni e l’idea del cantante Francesco Facchinetti di comprare il tutto e realizzare una nuova “città dei giovani”(che Dio ce ne scampi…) . Di proposte ce ne sono molte, ma attualmente ciò che rimane di Consonno sono una suggestiva accozzaglia di caseggiati e rimanenze di un sogno infranto, meta di turisti curiosi e  appassionati di ghost town.

Ciò che rimane di un sogno....

Ciò che rimane di un sogno….

Il presente di Consonno 

Visitare oggi Consonno è un vero spettacolo. Il mio consiglio è quello di giungere a Consonno da

Olginate e camminare fino al borgo. E’ anche possibile arrivarci passando da dietro e giungendo da Vergano, per ritrovarsi direttamente alle spalle della cittadina ma, credetemi, sarà molto più suggestivo giungere dal basso e avvicinarvi lentamente a Consonno, passando sotto i vari cartelloni di benvenuto.

Nota bene: se venite da Olginate, lungo Via Belvedere, troverete dopo un km scarso una sbarra verde a bloccarvi il passaggio. Fermatevi, parcheggiate e proseguite a piedi. Non oltrepassatela, anche nel caso fosse aperta, perché rischiereste seriamente di ritrovarla chiusa e di rimanere poi bloccati dentro.

Il cancello di sbarramento

Il cancello di sbarramento

Una volta superato il cancello, vi attenderanno circa trenta minuti di salita prima di arrivare a Consonno, ma il tutto risulterà molto gradevole e aumenterà l’attesa. Vedrete un sacco di insegne

di benvenuto come “Chi vive a Consonno campa di più” oppure “Consonno, il paese più piccolo ma più bello del mondo“, che vi permetteranno di realizzare cosa fosse un tempo questo borgo e delle aspettative che vi risiedevano.

Uno dei cartelli di benvenuto a Consonno

Uno dei cartelli di benvenuto a Consonno

Una volta arrivati al paese, di cui ormai non è rimasto niente se non la chiesetta (dove attualmente tengono la messa una volta la settimana) vi troverete di fronte l’immenso minareto con la piazza centrale di Consonno, dove potrete notare i resti di un vero giardino giapponese e una pista da ballo in puro stile anni ’70.

Il posto non è molto grande e ci metterete poco a visitarlo tutto. Ci sono graffiti, dipinti, murales e dovete sapere che un rave organizzato qualche anno fa ha veramente raso al suolo o ha compromesso seriamente la struttura di molti dei suoi edifici.

Il giardino giapponese

Il giardino giapponese

Premessa: Tutti i vari locali sono di proprietà privata, sono transennati e cadono a pezzi, ma nessuno vi impedisce di potervi accedere attraverso qualche buco nelle recinzioni e visitarli anche nel loro interno. Fate attenzione, perché potreste farvi molto male o (sebbene sia un caso molto molto molto raro) ricevere una denuncia per violazione di proprietà privata. Io vi consiglieri di rischiare perché entrare dentro i locali, in particolare il vecchio Hotel Plaza (trasformato poi in un ospizio che ha chiuso nel 2007) è uno spettacolo unico. Vi sembrerà di camminare fra gli inquietanti resti della città del videogioco di  Silent Hill.

Dentro l'Hotel Plaza...

Dentro l’Hotel Plaza…

Vedrete la devastazione, la decadenza, i letti distrutti, i vetri infranti. Un viaggio a ritroso nel passato. Dove un tempo sorgevano le luci, i divertimenti, le grida di un paese dei balocchi, oggi non resta che una distruzione e un abbandono inspiegabile. Entrate dentro i vari locali del bazar, visitate il parco con la vista che apre verso le montagne fino ad arrivare alla base del minareto, vero punto

d’attrazione della città.

In giro per Consonno troverete molti curiosi e, in particolare, amanti e appassionati dei manga, i Cosplay, che spesso

utilizzano i locali di Consonno come set fotografici per le loro pose in costume. Troverete ninja, zombie, vampiri…insomma, auguri!

Il Minareto

Il Minareto

La meraviglia nascosta: il Minareto

Per quanto l’accesso agli edifici di Consonno sia bloccato, è possibile arrampicarsi anche fino alla cima del Minareto,

l’attrazione principale del borgo.

Premessa: arrampicarsi non è facile, anzi, è molto pericoloso perché per raggiungere la cima dovrete fare affidamento su delle scale arrugginite, ma se siete in cerca di una botta d’adrenalina,

allora siete nel posto giusto.

Innanzi a voi vedrete una lastra di ferro che vi farà da ponte fino al basamento della torre, per poi trovarvi di fronte ad una

La scala verso il Minnareto

La scala verso il Minnareto

scala, sempre in ferro, che vi porterà dritti dritti al primo piano della torre. Occhio a dove mettete i piedi! La scala è arrugginita, scivolosa e alta fino a 10 mt. Ne troverete una seconda proprio in concomitanza del primo piano, ma se sarete arrivati fino a lì, il peggio sarà passato. Una volta sulla torre, sarà possibile salire ancora, fino alla punta del minareto dalla quale si aprirà una vista incredibile dell’intera Consonno e di tutta l’area circostante. La seconda scala è sicura e, udite udite, avrà addirittura una ringhiera alla quale appoggiarsi.

Scendere giù è facile. Un piede alla volta e sarete tornati al basamento.

Non vorrei essere petulante, ma fate attenzione!

In cima!

In cima!

In conclusione 

Visitare Consonno vale proprio la pena, è uno degli esempi più vivi di cosa sia al giorno d’oggi una città fantasma

in Italia e, vista la semplicità con la quale si può raggiungere da grandi città come Milano, merita proprio una scampagnata o una mezza giornata di un weekend.

Potrete toccare con mano e vedere con i vostri occhi cosa sia un sogno infranto, l’idea mirabolante di un uomo, arresasi di fronte la misera e la decadenza umana. Consonno non è solamente una città fantasma, è il simbolo

topico di un tempo che fu, di una gloria giovane che oggi appare tanto altisonante quanto goffa e un po’ pacchiana.

La mirabolante vista dall'alto del Minareto

La mirabolante vista dall’alto del Minareto

Ad ogni modo, visitarla con la neve o la pioggia renderà ancora più spettrale la vostra visita e vi renderà appieno

quell’idea di decadenza che Consonno dovrebbe trasmettere.

Tuttavia, anche una giorno di sole in quello che un tempo veniva chiamato “Paese dei Balocchi” non sarà sprecato.