Immaginate di dover lasciare tutto nel giro di una notte, immaginate di dover scappare dalla vostra casa, mentre delle persone vi rassicurano che tutto andrà bene e che ci tornerete presto.
LA ZONA DI ESCLUSIONE:
Chiunque sa bene cosa successe quella notte del 26 Aprile 1986 e ancora oggi paghiamo le conseguenze di quell’incidente, tra persone che nascono malate di tumori o si ammalano nel corso della vita, ma chi avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe diventato possibile visitare Chernobyl, come una qualsiasi attrazione turistica?
Ovviamente, le persone che partecipano a questi tour sono individui particolari e infatti i miei compagni di viaggio sono: un giapponese fanatico di Fukushima che viaggia tutto il tempo con un rilevatore geiger in mano e sonda il terreno alla ricerca di aree contaminate, una coppia di italiani che ama viaggiare in camper per l’Est sovietico allo sbaraglio da soli e senza nessun timore, un catalano che vive a Roma, lavora per la Enel ed è un appassionato di centrali elettriche. Insomma, una comitiva in completata sintonia con lo spirito di Chernobyl.
LA CENTRALE NUCLEARE:
La cittadina di Chernobyl è abitata da coloro che lavorano alla tutela, mantenimento e decontaminazione della zona ed è qui che trovo uno dei più grandi simboli del disastro: il monumento dedicato a quei coraggiosi pompieri che, ignari del pericolo, spensero l’incendio divampato all’interno del reattore numero 4, sacrificando la loro vita,impedendo al nocciolo di esplodere nuovamente ed evitando un disastro nucleare dieci volte più grande.
E pensare che questa costruzione protettiva, messa in piedi in fretta e furia sulle stesse macerie del reattore per impedire la fuoriuscita di materiali radioattivi, potrebbe venire giù da un momento all’altro, viste le crepe nella struttura che ne stanno compromettendo la stabilità.
LA CITTA’ FANTASMA DI PRYPIAT:
E’ solo un istante, poi passa tutto.