Avere a che fare con il giornalismo è peggio che fare a cappellate con i passeri. Anzi, mi correggo, avere a che fare con i giornalisti.
Sono sempre impegnati, rispondo raramente ma, almeno, puoi dargli del tu fin da subito. Nessuna formalità, non c’è tempo.
Controllano twitter 800 volte al giorno alla ricerca della breaking news che faccia il botto, se prendono un buco( che in gergo significa “mancare la notizia”) possono anche sentirsi male e hanno, se sono bravi, un blog che si rispetti, pur sempre specificando ” Tutto ciò qui riportato è una opinione personale”.
A volte possono osteggiare il lavoro dei neofiti( in particolare quelli della vecchia scuola e impauriti di perdere il posto)attaccandosi alle scuse più assurde, ma se incontri i giornalisti seri, quelli professionali e diciamo “umani”, puoi conoscere delle persone incredibili, dalle quali si può solo imparare e che hanno la pazienza di leggere le tue castronerie da neo-giornalista per poi correggerti.
In fondo sono persone come tutte le altre.
Il loro motto? Sbagliando si impara, e solo la pratica ti arricchisce veramente. Le scuole di giornalismo sono utili, danno ottimi contatti, ti fanno entrare nei giri giusti, ma se non hai talento, non te lo insegnano mica…
Io che sto entrando in questo mondo, lentamente ne sto conoscendo un bel po’, e devo dire che se ne vedono di tutti i colori.
Belle e brutte. Buone o cattive. È difficile, certo….ma è così entusiasmante!
Ma credo che sia così per qualunque tipo di lavoro che si ami, d’altronde….
Iacopo Duemondi Luzi