Dammi un sabato diverso, dammi un sabato a Palermo.
Dopo aver visitato la città di Messina, l’arcipelago delle Isole Eolie, il viaggio all’interno della Sicilia prosegue, puntando verso il capoluogo.
Per un finale con i fiocchi.
Decidiamo di andare a Palermo in treno, ma, fin dal primo momento, mi rendo conto che non sarà un viaggio semplice: il treno da Messina a Palermo è un regionale, che si fermerà in tutte le stazioni.
E con il passare delle fermate, comprendo un’amara verità: il servizio ferroviario siciliano non è decisamente dei migliori.
L’aria condizionata si rompe poco dopo la partenza e, solo dopo tre ore e svariati tentativi di riattivare il sistema( spegnendo il treno!!!), al controllore viene in mente un idea semplicissima: aprire i finestrini. 
Ma la situazione non cambia:  fa ancora più caldo.
Il treno va lento, si ferma per decine di minuti in molte stazioni e non si sa perché non riparte subito come un normale treno farebbe, addirittura si ferma fuori dalla banchina per far salire a bordo tizi che si erano dimenticati di salire. Paradossale per quanto comica la situazione.
Alla fine, dopo quattro ore e mezza di stenti e passeggeri che parlavano così tanto ad alta voce, da  poter sapere vita, morte e miracoli di tutto il treno, riusciamo ad arrivare sani e salvi, ma in un bagno di sudore, a Palermo, dove incontro Nausica( Patrizia Giambona) una mia amica del master Micri che ci ospiterà per la notte e ci farà da guida alle meraviglie del capoluogo siculo.
La sua frase appena scesi dal treno mi mette di fronte al grosso errore commesso nel scegliere il treno come mezzo di locomozione in Sicilia: ” Prendere il treno? Dovevi prendere un pullman….ci avresti messo molto meno. Tutti sanno che i treni qui fanno schifo!!! “
 
IL CENTRO CITTA’:
La Cattedrale
Palermo è una città incantevole, patria dei normanni, casa degli arabi e, con il passare dei secoli, terra di conquista spagnola. 
Immaginate queste culture, i loro stili e la loro architettura che si fondono, si compenetrano e si influenzano reciprocamente, tanto che vi capiterà spesso di confondervi fra le vie della città e immaginare di essere finiti, per un momento, fra le strade di città come Istanbul o Madrid.
Ovviamente guidare la macchina è una vera impresa e la precedenza agli incroci resta un mistero irrisolto: qui vige la regola del più forte e al volante bisogna essere audaci e coraggiosi per farsi spazio fra auto, camion e motorini senza lasciarsi sottomettere.
La Piazza della Vergogna
Fortunatamente Nausica sa il fatto suo e riesce senza alcun problema a condurci fra le strade di Palermo, portandoci alla scoperta di tutte le sue meraviglie. L’impresa è ardua: girare tutta la città in meno di 24 ore.
Teatro Massimo
Tra la Cattedrale, il Palazzo dei Normanni, la Piazza della Vergogna( dovuto al fatto che in questa piazza tutte le statue sono nude), I Quattro Canti (un incrocio al centro di Palermo dove ad ogni angolo vi è collocata una fontana, la statua di un re spagnolo e di una santa) il Foro Italico e il Teatro Massimo( uno dei teatri più grandi al mondo) la mattinata scorre veloce e al sottoscritto, improvvisamente, inizia a venire un certo languorino……è ora di mangiare!!!
 
(PICCOLA TAPPA GASTRONOMICA)
Pane e Panelle, Pane e Milza e Pizza Sfincione
A Palermo, nel cuore del centro, c’è un’antica focacceria  di nome San Francesco( Via Paternostro) dove è possibile provare tre pietanze tipiche palermitane: Pane e milza( non c’è da aggiungere niente), Pane, Panelle e Cazzilli( un panino farcito con crocchette di patate e una frittella di farina di ceci) e lo Sfincione( una pizza con cipolle e acciughe). 
Giudizio: le panelle e lo sfincione sono da provare, ma la milza la sconsiglio. Solo per stomaci forti.
 
p.s: In genere una sola di queste pietanze può saziare, ma non potevo tirarmi indietro di fronte la sfida di assaggiarle tutte e tre contemporaneamente, per finire con un fallimento totale. Troppo anche per uno allenato come me.
 
I LUOGHI DELLA MEMORIA E IL MONTE PELLEGRINO:
L’albero di Falcone
Dopo la piccolo e, sopratutto, leggera pausa pranzo, il tour palermitano può continuare: una visita è di dovere a due luoghi culto di Palermo: l’albero di Giovanni Falcone e la stele in memoria di Paolo Borsellino. Di fronte la casa dove un tempo vivevano.
Simboli della lotta alla mafia, simbolo di una Sicilia che, dopo di loro, iniziò a cambiare.
Una tappa obbligatoria.
Il tour prosegue: rotta per il parco della Favorita e sopratutto il Monte Pellegrino, il monte a ridosso della città dalla quale si può avere una visuale magnifica della città e del litorale. Da non perdere!!!
Il Santuario di Santa Rosalia
Tra curve e distese di fichi d’india raggiungiamo la vetta dove risiede il santuario di Santa Rosalia, la santa protettrice di Palermo che nel seicento guarì la città da una tremenda epidemia di peste: il santuario è parte integrante di una grotta all’interno del monte, che fu luogo di preghiera e morte della santa.
Una particolarità: l’acqua santa sgorga da una fontana, alimentata dalle gocce di condensa che si formano all’interno della grotta.
 
LA SPIAGGIA DI MONDELLO: 
Dopo la città, i peccati di gola e la spiritualità, il pomeriggio sta quasi per terminare, ma rimane da vedere una cosa: la spiaggia dei palermitani.
Infatti le spiagge di Palermo sono lontane dal centro, dove risiede solamente il porto, e si trovano esattamente nella frazione di Mondello.
Tutti i palermitani nel week-end vanno al mare in queste spiagge e come dargli torto? Spiagge bianche, un mare azzurrissimo e sullo sfondo un paesaggio come quello del Monte Gallo.
Giusto il tempo di un bagno al calare del sole, per ristorarsi di tutte le fatiche e i sudori della giornata.
Fondamentale come una boccata d’ossigeno……

 

La spiaggia di Mondello

 

 
(2° TAPPA GASTRONOMICA)
Dopo un pranzo a base di delizie sicule, la cena non poteva andare diversamente: questa volta è il turno dei dolci di origine palermitana.
La Sette  Veli
La degustazione incomincia con il gelo di Melone, ovvero una gelatina dal sapore di anguria, per passare alla Cassata Siciliana (una vera e propria bomba di zucchero e canditi) per chiudere con la specialità per eccellenza palermitana: la Sette Veli al cioccolato. Trascendentale.
Giuro, non avevo mai mangiato così tanto in un giorno, ma di fronte a simili prelibatezze, per una forchetta del mio calibro, è stato impossibile tirarsi indietro, con conseguenze pesanti allo stomaco nella serata, dovute a una digestione che già si era trovata in difficoltà con le Panelle e la Milza e con questi dolci ha ricevuto il colpo di grazia.
 
Il gelo di Melone
La Cassata siciliana
La giornata finalmente si conclude e dopo una serata passata in giro per i Cantieri culturali alla Zisa, dove si teneva niente popodimeno che il Gay Pride 2013.
Si, signori e signore, posso finalmente ammetterlo: ho avuto il privilegio di partecipare a questo evento.
Al di là delle malelingue e di qualunque cosa si possa pensare di simili cose, devo dire che gli omosessuali sanno veramente farci, mettendo in piedi una festa pazzesca dove erano presenti famiglie, anziani, eterosessuali e omosessuali senza alcun tipo di pregiudizio o problema.
 
Gay Pride 2013- Palermo
Della serie: quando i problemi sono soltanto nella testa……
Ci terrei a precisarlo.