Sono passati quasi tre mesi dal mio arrivo qui a Chicago e sembrava ieri il 7 di settembre. Una montagna russa d’esperienze, sarebbe questa la parola giusta per descrivere il mio tempo qui. E, in tutto ciò, ecco cosa ho imparato: 

Il sole sui grattacieli rimane sempre qualcosa di unico...

Il sole sui grattacieli rimane sempre qualcosa di unico…

 

1) A Chicago esistono due tipologie di mezzi

La Cta, in pratica la metro che costa poco, va lenta e puzza, e la Metra, che è chiamata anche la subway dei ricchi: veloce, cara e addirittura con i bagni dentro. Sembrano quasi dei treni.
Ad ogni modo una cosa veramente spettacolare sono i conducenti: ti aspettano sempre. Tu vedi arrivare la metro, sei lontano, inizi a sbraitare e loro cordialmente tirano fuori la faccia dal finestrino, ti sorridono e ti aspettano per farti salire al volo. Della serie: ogni volta torno a credere negli esseri umani insieme a Mengoni.

La solitudine della Cta di sera...

La solitudine della Cta di sera…

 

2) Thanksgiving Day, aka Giorno del Ringraziamento

In giro non c’è un anima, tutto chiuso,tutti tornati nelle rispettive città, sembra Natale, solo più laico. Per gli americani è una festa quasi più importante del 25 dicembre ed è un inno alla famiglia, al tacchino, alle mangiate che iniziano alle 4 del pomeriggio e al football americano(da guardare spesso ubriachi marci). Se sei americano, figo, se sei straniero, due palle infinite.

E non potete immaginare cosa c'era dentro: il mondo.

E non potete immaginare cosa c’era dentro: il mondo.

 

3) Esistono delle porte che possono essere paragonate a vere e proprie trappole: le revolving doors

Quelle classiche porte da grande palazzone stile film americano, dove uno deve spingere per entrare mentre allo stesso tempo deve acquistare velocità per non venire colpiti alle spalle da un’altra sezione della porta. Il tutto condito dal panico di rimanere incastrati se poco poco qualcuno alle spalle spinge più forte di voi la porta. Della serie: c’ho l’ansia prima ancora d’entrare…

La trappola infernale!!!

La trappola infernale!!!

 

4) La vera impresa in America non è perdere peso: è non ingrassare

Nonostante l’assenza cronica di pastasciutta nei miei pasti, anche le cose più sane qui come minimo hanno due o tre elementi che in Italia non ci sogneremo mai di mangiare. Per non parlare delle porzioni e del fatto che qui più è ricco, più è figo. Se una pizza non ha come minimo otto ingredienti sopra, non merita di essere manco assaggiata. Uno prova a stare a dieta, mangiare bene, allenarsi, ma qui la vera vittoria è salire sulla bilancia e scoprire di essere rimasti dello stesso peso. Yeahhh, 80 kg de panza!!!

Non potete immaginare che soddisfazione sia non ingrassare...

Non potete immaginare che soddisfazione sia non ingrassare…

 

5) Esiste un’ app chiamata Tinder. C’è anche in Italia, vero. Solo che qui funziona sul serio

In giro per l’università vedi schiere di universitari che scorrono le foto mettendo cuoricini. Mentre in Italia non esiste neanche per scherzo che qualcuno alla fine esca, figuriamoci altro, qui invece sembra proprio essere una cosa seria. Certo, io non ho provato di persona perché mi vergogno, però sono rimasto estremamente impressionato dalla facilità con cui la gente qua ciuli, alias suoni strumenti a fiato in allegria compagnia senza tanti pensieri.

Qui funziona sul serio!

Qui funziona sul serio!

 

6) I prof qui si chiamano per nome proprio. Anzi, si incazzano di brutto se li chiami per cognome

Considerando il fatto che non esiste neanche la terza persona di cortesia in inglese, appare quasi spontaneo chiamare i professori o comunque sia i tuoi superiori come se foste al bar a tracannare birra. Cosa che, per la cronaca, può anche succedere sul serio. Insomma: basta poco per superare tutte le barriere che spesso nella scuola italiana sono un dogma e iniziare a imparare sul serio. Meno paura, più feeling.

Discussioni amichevoli fra il mio prof e il sottoscritto alla Medill...

Discussioni amichevoli fra il mio prof e il sottoscritto alla Medill…

 

7) Tutto è show in America

Sul serio. Sarebbero in grado di mettere una capra sopra un palo, ficcarci qualche luce, un paio di fuochi d’artificio e la renderebbero come la cosa più figa che abbiate mai visto. Gli americani sono eccezionali nel saper valorizzare e rendere unica anche la cosa più comune. Basta farsi un giro per il Loop di Chicago, andare al Millennium Park e rendersi conto che l’attrazione principale della città, quella dove la gente va a priori per farsi una foto, sia all’apparir del vero la statua di un fagiolo riflettente. Pure storto, tra l’altro.

E' un fagiolo. Però che figo è?

E’ un fagiolo. Però che figo è?

 

8) Chicago è una delle città più razziste d’America.

Specie per quanto riguarda la discriminazione dei neri. In particolare modo quando si tratta di criminalità e polizia. Solo ieri è stato rilasciato un video che mostrava un 17enne di colore di nome Laquan McDonald ucciso da un poliziotto con 16 colpi di pistola, a sangue freddo, senza che nemmeno il ragazzo fosse una minaccia per qualcuno. In città sta succedendo il delirio, con proteste che hanno persino portato alcuni manifestanti a rovinare il famoso albero di Natale chicagoanese, un vero simbolo del Natale qua, ma i dati parlano chiari: su una popolazione nera del 32% rispetto a quella totale di Chicago, il 75% delle persone fermate dalla polizia sono persone di colore. Coincidenze? No….non lo sono.

Il video va visto con una certa cautela: contiene immagini forti…

9) Un’esperienza strana: i chiropratici.

Che sono una via di mezzo fra gli osteopati e i fisioterapisti. Ok, ci sono anche in Italia, ma qui visitano in giacca e cravatta e i pazienti non si devono togliere i vestiti per essere manipolati. Nemmeno le scarpe, per la cronaca. Ti prendono, ti picchiano un po’ e poi ti dicono: “Sono 125 dollari”. E tu: “Ahah…Te nculi, c’ho l’assicurazione dell’università, tié!”

Te la rompono...sul serio. A caro prezzo...

Te la rompono…sul serio. A caro prezzo…

 

Ha incominciato a nevicare a Chicago, dicono sarà un inverno caldo, ma io non ci crederò finché non lo vedrò. Mentre, per la prima volta in vita mia, sotto sotto tiferò sfegatatamente per il riscaldamento globale…