Domani si parte.
Il fatidico giorno, forse è arrivato, anche se non escludo che ci saranno sicuramente degli intoppi, considerando le mie passate esperienze in Brasile e Turchia.
Ad ogni modo voglio riportarvi,  in questo post, il testo inviato a Toni Capuozzo, giornalista di Canale 5, per parlargli del mio lavoro, come da egli richiesto in precedenza.
“La definizione del mio reportage è semplice: consiste nel descrivere ciò di cui, finora, si era ben poco parlato.
Il mio è un viaggio, una esperienza, magari un reportage. Sicuramente un’avventura.
Un articolo che parli di un posto conosciuto da tutti quanti, eppure nella mia esperienza irachena, scriverò, o almeno ci proverò, di un argomento un po’ sottovalutato, soprattutto in Italia: l’altro lato dell’Iraq.
Una nazione distrutta dalla guerra, un paese che nell’immaginario comune viene idealizzato come un luogo di pericoli e attentati, un luogo dove vive l’estremismo più radicato e dove si può morire semplicemente sbagliando strada o passando nel momento in cui era meglio non passare. 

Eppure l’Iraq è altro, va al di là delle credenze e delle idee occidentali, l’Iraq può anche essere la normalità, un caffè in un bar del centro, dei bambini che giocano in un parco, delle donne ad una fermata del bus.
L’Iraq può essere la quotidianità di tutti i nostri giorni, soprattutto partendo dai giovani.
E questo è il mio intento. Il mio obiettivo.
Recarmi in Iraq, precisamente ad Erbil (Regione autonoma del Kurdistan Iracheno) nel nord dell’Iraq, e documentare questa realtà emergente e in rapida crescita.
Chi mai lo avrebbe potuto pensare, anche solo lontanamente, in una terra come quella irachena?
Ma durante i miei 7 giorni di permanenza in terra irachena, non mi limiterò soltanto a scrivere riguardo la quotidianità di questa città, così in antitesi con il resto dell’Iraq; durante il mio soggiorno proverò a testimoniare anche lo sviluppo economico di questa regione, i giovani e la loro vita e, cosa molto importante,  il fondamentale contribuito apportato dalle aziende italiane, che hanno deciso di investire e credere nel desiderio iracheno di uscire dalla guerra e dalla povertà, anche grazie ai ricchi giacimenti di petrolio che fanno di Erbil un punto strategico per l’economia mondiale dell’energia.
Partendo da Milano, e passando tramite Dubai, arriverò ad Erbil il giorno seguente, e la mia agenda sarà, fin da subito, fitta di appuntamenti e incontri con persone del luogo, italiane ed irachene, affinché possa documentarmi al meglio e con mano propria, intervistando chi vive e lavora direttamente lì.
Credo che sia la maniera migliore per conseguire il mio obiettivo, nel breve tempo a mia disposizione, ottenendo più informazioni possibili.
Il mio lavoro si dividerà, principalmente, in cinque interviste: una interviste al console italiano Simone de Santis, un professore di storia dell’Università di Erbil, un imprenditore italiano che ha fondato una azienda lì, un contatto locale, ovvero una ragazza di nome Shireen, conosciuta ad Istanbul quale mese fa e, infine, una intervista a suo padre, un imprenditore del luogo.
Questo è il fulcro del mio viaggio al quale sarà affiancato un ricco documentario fotografico e video del mio viaggio affinché possa realizzare un lavoro efficiente ed esaustivo senza tralasciare niente.
Durante la mia permanenza ad Erbil, terrò un blog dal nome www.iacopoduemondiluzi.com,  dove sarà riportato giornalmente tutto il lavoro fatto, tramite un diario scritto, un piccolo video con le impressioni personali della giornata, i video e i file audio delle interviste e le immagini scattate in giro durante la giornata.
Inoltre, al mio ritorno in Italia, il 3 di Aprile, il mio lavoro proseguirà dividendosi in due direzioni: scriverò un articolo( correlato con delle immagini) per il sito online del Corriere della Sera, che sarà inviato al giornalista Iacopo Gori, affinché possa pubblicarlo, come d’accordo con egli, se l’articolo e il mio lavoro risulterà valido e interessante.
Inoltre, essendo un viaggio e un reportage sponsorizzato dal Master Micri dell’Università Iulm di Milano, al mio ritorno, tutta la mia documentazione sarà consegnata al direttore del Master, Roberto Razeto, affinché il mio lavoro possa divenire, a tutti gli effetti, un progetto realizzato  

dall’università con relativa conferenza stampa, presentazione scritta, etc.

Il lavoro sembra, a mio parere, ben ideato e programmato, ovviamente ci saranno variazioni e imprevisti, però la voglia di fare è tanta e la paura poca e ,nonostante sia un aspirante giornalista alle prime armi e di fronte al suo primo lavoro serio, metterò tutto me stesso e darò ogni singola goccia del mio sudore e del mio tempo, affinché possa realizzare un lavoro interessante, particolare, approfondito.
Tutto è pronto. Non resta che preparare la valigia, il passaporto, i biglietti e, quasi dimenticavo, partire.
D’altronde, se tutto è già scritto, non resta altro da fare che andare e vedere come andrà.” 

 
Iacopo Luzi