Il protagonista di questa storia: Davide Bottoni

Il protagonista di questa storia: Davide Bottoni

Davide ha 29 anni, è un ragazzo come tanti altri, ma ha una passione: quella di volare. Ma non dei semplici aerei, bensì dei giocattolini in grado di raggiungere la velocità del suono, giusto 1250 km/h. Lui è un Sottotenente di Vascello ed è un pilota di caccia della Marina Militare Italiana.
Ma come si può arrivare fino a questo punto? Beh, la strada è molto dura e difficile, solo in pochi ci riescono, veramente pochi, ma quando il tuo più grande sogno è quello di volare, cosa mai può fermarti?
Davide fin da piccolo ha provato l’ebrezza del volare, grazie a un padre con un brevetto da pilota privato, che la domenica lo portava all’aeroporto di Ancona, affittava un Cessna (a quei tempi si poteva senza problemi) e insieme al figlio volava per i cieli delle Marche.
Ma a Davide non piaceva solo il cielo, lui amava anche il mare ed è per questo che dal 1999 al 2005 ha frequentato l’Istituto Nautico di Ancona.

“Non era facile, tutti i giorni, in su e in giù a bordo di un treno. Sveglia alle 5:35 e ritorno a casa alle 15:40. Ma io avevo tanta passione e mi sarebbe piaciuto un giorno lavorare sul mare. “

Due sogni così possono, per logica di cose, sfociare in un solo desiderio: entrare nell’aviazione navale. E’ per questo motivo che nel 2005 tenta il concorso per l’Accademia Navale di Livorno, l’istituto di formazione dove vengono formati i vari ufficiali della Marina Italiana. 150 posti soltanto per migliaia di persone che ogni anno lo tentano. E Davide supera brillantemente le selezioni. Si ritrova così a far parte del corso per diventare Ufficiale dei Ruoli Normali, un iter disegnato per formare i futuri Comandanti della Marina Militare.

I primi voli

I primi voli

Immaginate 5 anni di sport, attività militari, campi d’addestramento, lezioni universitarie (Davide è laureato in Scienze Marittime e Navali all’Università di Pisa) ed estati passate in giro sui mari di Africa ed Europa, in quelle che vengono chiamate Campagne Addestrative Estive.

Mesi estivi trascorsi a bordo di navi come l’Amerigo Vespucci, il “veliero” della Marina Militare, costruito più di 70 anni fa come nave scuola per l’addestramento degli allievi ufficiali (uno dei più belli e grandi del mondo), oppure una goletta a vela della Marina Francese, con la quale Davide trascorre un estate intera salpando dalla Norvegia per arrivare in Olanda. Un’imbarcazione con la quale ha affrontato anche mare 7.

“Queste esperienze sono state uniche. Servivano per temprare il nostro animo e insegnarci a stare in mare come dei marinai. A prendere quello che viene chiamato “Piede Marino”. Pensa che sul Vespucci si dorme ancora su amache fatte di tela olona, lo stesso materiale delle vele. Ma di quelle estati ho anche dei ricordi bellissimi. Come il cielo stellato in mezzo all’Oceano Atlantico nell’oscurità più totale. Mai viste così tante stelle in vita mia.”

Dopo 4 anni, quando mancava un anno alla Laurea in Scienze Marittime e Navali, è tempo per i vari allievi ufficiali di scegliere il proprio futuro dopo l’Accademia, la propria specializzazione. Davide decide di tentare la carriera come pilota della Marina.

Non male per farsi un giro...

Non male per farsi un giro…

Non è così facile essere selezionati come piloti, ma il destino vuole che quell’anno ci sia posto e il Comandante alla Classe decide di assegnare Davide alla specializzazione di Pilotaggio.
Dopo un breve corso di preparazione in Italia, il giovane Davide è mandato negli Stati Uniti, dove vengono addestrati i piloti italiani insieme a quelli americani della U.S Navy. Dovete sapere che gli Stati Uniti hanno una grandissima aviazione navale e delle ottime scuole. Di conseguenza molte nazioni che fanno parte della Nato, fra cui l’Italia, mandano i propri piloti a formarsi negli Stati Uniti.

Fellows

Fellows

Davide inizialmente arriva in Florida, a Pensacola, dove riceve nuovamente l’addestramento pre-flight (più complesso questa volta) per poi successivamente spostarsi, dopo i primi mesi, a 30 km da lì, precisamente a Whiting Field, dove ha sede la Primary Flight School, la scuola di volo basico.

“Tutto il giorno erano lezioni, test, simulatori ed infine le prime ore di volo. Inizialmente con l’istruttore. Poi da solo. Tutto in inglese. Per otto mesi. Tu immagina, prendere un aereo che vale 10 milioni di dollari, andare a farsi un giro da soli nello spazio aereo americano e dover comunicare ogni cosa in inglese. Pensa la paura della prima volta…”

L’aereo su cui Davide Bottoni inizia a volare è un Beechcraft T6B Monomotore turboelica. Dopo l’addestramento, escono i punteggi finali della Primary Flight School assegnati dalla Marina Americana. Qui dobbiamo specificare che solo gli allievi che rientrano in un determinato punteggio possono poi passare al pilotaggio degli aerei a reazione, quelli che noi tutti conosciamo come Jet. Gli altri verranno indirizzati verso altri mezzi, come gli elicotteri o i mezzi da pattugliamento.

Si va in America!

Si va in America!

Stiamo parlando di un 5-7% dell’intera scuola e la Marina Italiana da sempre si adegua agli standard americani. Solo chi rientra in questa piccola percentuale può proseguire l’addestramento sul jet. Davide è fra quei pochi. Il suo sogno può continuare.

“Era il 2012. I miei superiori decidono di farmi proseguire l’addestramento perché serviva un pilota di aerei jet. Perciò, preparo i bagagli, impacchetto tutto quello che avevo a Whiting Field e mi trasferisco alla base NAS Meridian, nello stato del Mississipi per il corso di piloti Strike. Ero l’unico italiano in mezzo a tutti americani.“

Davide, l'unico italiano premiato fra tutti americani

Davide, l’unico italiano premiato fra tutti americani

Un anno scivola via fra esperienze nel deserto di El Centro, in California, per le esercitazioni aria-suolo, successivamente a bordo di una portaerei nucleare in Florida per essere qualificato ad appontare (con il famoso gancio alla top gun), per poi essere sparati dalla catapulta, sul ponte della nave. Senza dimenticare, tra l’altro, tutte le ore di addestramento a Meridian. In quest’ultimo luogo, conosce inoltre una persona, che sarebbe diventata molto importante per la sua vita. Si chiama Carrie, ha 23 anni e diventa presto la fidanzata di Davide.
Dopo 12 mesi a Meridian, Davide diventa finalmente un Naval Aviator e gli vengono conferite le Wings of Gold, che lo identificano come pilota navale.

“Ero al settimo cielo. Era stato un anno duro ed ero veramente contento. Eppure il mio percorso di formazione non era ancora terminato. Infatti dopo aver fatto pratica con il Boeing T45-C, ora dovevo imparare a pilotare i caccia che abbiamo anche qui in Italia. Ovvero gli AV-8B Harrier. Occorreva fare la conversione, il passaggio macchina per poter pilotare questa tipologia di jet. Di conseguenza, un nuovo trasloco, un viaggio attraverso quattro stati d’America per arrivare fino a Cherry Point, in North Carolina, dove c’è il VMAT-203, ovvero lo Squadrone operativo del Corpo dei Marines che ti insegna a pilotare gli AV8B. Questa volta, però, il trasferimento fu più semplice, perché Carrie decise di venire con me.”

Il passaggio agli Harrier

Il passaggio agli Harrier

Passano altri 11 mesi, e nel Febbraio del 2014 finalmente il traguardo tanto ambito. Davide è a tutti gli effetti un pilota di caccia di AV8B Harrier. Finalmente, dopo quasi tre anni lontano da casa, Davide può tornare in Italia.
Oggi Davide è membro della Grupaer (Gruppo Aerei Imbarcati), il gruppo di volo tattico della Marina Italiana, e vive a Grottaglie, in provincia di Taranto, dove ha sede la Stazione Aeromobili Marina Militare (Maristaer), la base aerea della Marina. E’ Sottotenente di Vascello e si è sposato con Carrie, che ha deciso di lasciare gli Stati Uniti e venire a vivere in Italia con lui. E’ il più giovane fra i vari piloti e trascorre le giornate addestrandosi e continuando a volare per essere pronto ad ogni evenienza.

“Io credo di aver realizzato il sogno della vita. Mi sento molto fortunato perché ciò che sognavo fin da bambino è diventato la realtà. Nella vita ho attraversato così tanti bivi e sarebbe bastato un nulla per farmi finire da tutt’altra parte. Sarebbe bastato un punteggio in meno, una manovra sbagliata, magari avere solo nove decimi di vista anziché dieci e oggi non sarei qui. Invece è andata bene! Mi ricordo che da piccolo guardavo sempre verso l’alto, sempre con la testa all’insù, e anche oggi continua a essere così, tanto che mia moglie a volte mi dice: ‘Basta!!’. “

A bordo!

A bordo!

La carriera di Davide oggi resta aperta ed è veramente qualcosa di cui essere molto orgogliosi, sapere che un fermano di Viale Trento oggi, dopo tanti sacrifici, tanto impegno e qualche problema con i vuoti d’aria (incredibile ma vero, Davide a volte soffre il mal d’aria), sia diventato un pilota della Marina Italiana. Alla domanda su come veda il suo ruolo oggigiorno, mi risponde così:

“Io credo che il ruolo dell’Italia oggi sia importante a livello internazionale, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, ed è giusto che vi siano sempre persone pronte ad intervenire in contesti internazionali, per operazioni di peace-keeping, come è successo molte volte in passato. Essere pronti e presenti, senza magari dover per forza intervenire, credo che sia una forma di garanzia necessaria per impedire che malintenzionati commettano crimini e soprusi nei confronti di altre persone. Il nostro compito è addestrarci, in modo da essere pronti a proteggere il nostro Paese e salvaguardare la pace e la democrazia, quando necessario.“