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La porta di Brandeburgo

Berlino. Capitale teutonica. Città dalle mille storie.

Puoi visitarla cento volte e per cento volte rimarrai sorpreso di cosa sia potuto succedere qui, di come non esista nessuna città al mondo che abbia avuto, negli ultimi ottant’anni, una storia così pesante e ingombrate alla pari di Berlino.

Prima guerra mondiale, Seconda guerra mondiale, Hitler, l’Olocausto, la divisione fra Russia e Stati Uniti della città, il Muro, la rinascita post 89 fino agli splendori d’oggigiorno.

Ladies & Gentleman, this is Berlin!!!

Si potrebbero raccontare molte cose a riguardo di questa capitale europea e dei suoi abitanti, di come sembrino sempre incazzati o di come una pasta con prosciutto cotto e panna venga spacciata per carbonara, ciò che colpisce veramente l’occhio è la metropolitana: non esistono tornelli.

Avete capito bene, libero accesso senza alcun tipo di controllo.

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Una delle tante lastre che ricordano dove passava il muro

Decine di linee U-Bahn(sottoterra), S-Bahn(linee di superficie), tram e bus e nessun accesso dove timbrare il biglietto come in tutte le metro del mondo. Impossibile?

Eppure il motivo è presto spiegato: in Germania esiste un concetto di moralità che porta le persone a comprare i biglietti di loro spontanea volontà, in quanto non farlo sarebbe un tentativo non di evasione nei confronti dello stato, bensì una mancanza di rispetto nei confronti degli altri cittadini. Incredibile se paragonato alla mentalità degli italiani.

Detto ciò: esistono dei controllori che passano, vestiti come persone normali per mimetizzarsi, e se ti beccano son guai. Multe salatissime che raddoppiano a ogni mancato pagamento e che arrivano dappertutto, anche all’estero. Addirittura in Italia, dove credevo sarebbe stato impossibile ricevere una multa, e invece sono stati capaci di recapitarmi una splendida lettera direttamente a casa che mi invitava “gentilmente” a pagare.

Il fatto è che in Germania  le cose funzionano, i mezzi sono puntuali, non esiste niente che sia paragonabile allo stress della quotidianità latina e pagare le tasse diventa quasi un piacevole dovere civico, perché i soldi spesi hanno un ritorno effettivo e visibile nella vita di tutti i giorni, del quale tutti i cittadini tedeschi ne sono beneficiari attivi. In parole povere: un riscontro palese.

Tornando a Berlino, un po’ come in tutta la Germania, esiste la cultura dei chioschetti: decine e decine di bancarelle che vendono wurstel, carne alla brace, spiedini ( rigorosamente accompagnati da un piccolo panino tagliato in due e da una ricca farcitura di senape e ketchup, ma niente maionese, in quanto sembra non piacere propri0  ai tedeschi) e soprattutto, birra o gluhwein, una specie di vin brulè, solo molto più alcolico.

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Alexanderplatz e Fernsehturm

E non potete immaginare la fila di fronte questi chioschi che riempiono posti come Potsdamer Platz, vicino la Porta di Brandeburgo, oppure Alexander Platz, dietro la famosa antenna televisiva alta 338 mt, chiamata Fernsehturm e oggi torre panoramica della città, visibile da ogni angolo di Berlino.

Di cose da vedere ce ne sono e sebbene un must sia la classica porta di Brandeburgo, Berlino offre mille possibilità a seconda delle vostre passioni e interessi, sebbene sia praticamente impossibile non venire influenzati o entrare, anche solo minimamente, in contatto con la grande e sofferta storia di questa città, che rivive in ogni angolo della città e che rimane viva e presente sempre e comunque.

Che voi passiate di fronte al bunker dove si nascose Hitler nei suoi ultimi giorni di vita(oggi diventato un parcheggio) oppure scendiate alla metro di Friedrichstraisse, luogo dove un tempo sorgeva il Checkpoint Charlie, famoso punto di collegamento fra la Berlino sovietica e americana ai tempi della Guerra Fredda, è impossibile non rimanere affascinati da tutto ciò.

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Il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa

Per non parlare del Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa: a poche centinaia di metri dalla porta di Brandeburgo, proprio di fronte l’ambasciata americana, sorgono 2711 stele in calcestruzzo in memoria di tutte le vittime della Shoah ai tempi della II Guerra Mondiale. Senza nomi, tutte identiche e alte anche 4 mt nella zona centrale, camminare fra queste steli, rischiando anche di perdersi fra di esse, trasmette una sensazione indescrivibile che nessun film, nessun museo, nessuna commemorazione sarebbe in grado di trasmettere in maniera uguale.

La desolazione, il vuoto, lo smarrimento valgono più di mille parole. Da vedere assolutamente.

Qualcosa che colpisce sul serio  è la Fernsehturm, non tanto per la visuale dell’intera città a 360° di cui potrete godere dall’alto( tra l’altro profondamente rovinata dalla mancanza, al contrario di posti come l’Empire State Building di New York, di una sezione panoramica all’aperto e dalla presenza di spesse vetrate che impediscono di scattare una qualsiasi foto che risulti decente) piuttosto dall’organizzazione della coda.

Mai visto prima qualcosa di simile.

Si entra e dopo una piccola coda per acquistare il biglietto, eccovi assegnato un numero per l’ingresso e il tempo d’attesa,in media dalle due e mezza alle tre ore, ma è qui che arriva il bello: non bisogna mettersi in fila da nessuna parte o rimanere in coda neanche un istante. Si può uscire, andarsi a fare un giro e poi tornare all’orario del vostro ingresso, senza nessun affanno e nessuna mortale noia nell’attesa. Lo steward controlla il vostro numero e se corrisponde all’orario esatto del check-in, eccovi pronti per salire.

Come dire: i tedeschi in quanto a organizzazione e riduzione dei tempi morti, sono dei veri e propri maestri.

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Lo zoo di Berlino

Un luogo sicuramente da visitare è lo zoo di Berlino, con i suoi 15.000 animali che vanno dagli orsi polari(chi non il ricorda il famosissimo cucciolo Knut?) alle tigri asiatiche, è uno splendore di zoo, sebbene vada detto che molti animali siano tenuti all’interno di gabbie decisamente piccole e profondamente artificiali. Certo, avere la possibilità di vedere un leone a 2 mt di distanza fa un certo effetto, ma è impossibile non notare la sofferenza di questi animali, guardandoli negli occhi.

Senza dilungarsi in stucchevoli lagne sugli animali in gabbia, un po’ di magone comunque viene.

Un’altro luogo che merita d’essere visto è la cupola dei Bundestag, ex Reichstag e oggi sede del parlamento tedesco, sulla quale è possibile salire gratuitamente. Piccolo dettaglio: la prenotazione va fatta esclusivamente online attraverso il sito web: http://www.bundestag.de/htdocs_e/visits/kupp.html ed è l’unica maniera per poterla visitare.

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La cupola del Bundestag

E’ tutto molto semplice, magari prenotate con un po’ di anticipo giusto per non essere costretti a doversi presentare alle 8:15 del mattino per poter salire, a ogni modo, la vista dall’alto e lo spettacolo della cupola con i suoi giochi di luce e colori, vale tutta la pena burocratica.

Mentre alcune zone di Berlino sono veramente sorprendenti, come la Bernauer Straisse , dove si trova un tratto lasciato intatto del Muro di Berlino con annesse torri di controllo, luci, filo spinato, che da la possibilità di capire cosa fosse la striscia della morte che separava le due parti della città; una zona che lascia veramente delusi è la famosissima East Side Gallery, sezione del muro diventata celebre per i murales dipinti nel 1990 da artisti dell’epoca per commemorare la caduta del muro.

I dipinti sono belli, i pensieri anche, ciò che disgusta veramente sono le condizioni in cui riversano questi murales: scritte, adesivi, segni fatti con le bombolette spray, fino a sfregi come “Marco il napoletano was here”, rovinano tutta la bellezza di queste opere a cielo aperto, pensare che questi murales sono stati restaurati soltanto nel 2009, lascia credere che questa galleria sia stata lasciata molto a se stessa e che sia un vero peccato il fatto che nessuno faccia nulla per preservare l’integrità delle opere qui esposte.

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La East Side Gallery

 

Un vero peccato.

In conclusione, Berlino è una città dai mille volti in grado di offrire qualsiasi tipo di pietanza o fast food, da buona capitale che si rispetti, e che vive di una cultura culinaria degna di nota, a partire dalle insalate di patate, le zuppe di patate, le famose polpettone berlinesi(sebbene siano grandi come un pugno) oppure i currywurst, würstel inzuppati nella salsa curry, eppure la cosa che lascia più di sasso è la capacità di questa città di regalare scorsi e panorami completamente differenti a seconda dei quartieri, emblema tutto ciò di quello che fu vivere in questa città fino a 20 anni.

Due mondi separati riunitisi dopo tante lacrime e fatica. E una striscia in mattoncini che attraversa la città, dove ogni tanto si può notare una placca di ferro riportante una scritta: Berliner Mauer 1961-1989.

La spiegazione a tutto.